L'ANALISI
18 Settembre 2025 - 20:58
CASTELVETRO - Il Comune della Bassa Piacentina gioca d’anticipo e, in attesa del cantiere in carreggiata che stavolta sembra essere davvero imminente, chiede un incontro urgente ad Anas per conoscere il futuro del vecchio ponte in ferro. Una mossa che parte da un sospetto-timore legato al transito dei mezzi pesanti: dato che per riqualificare il viadotto saranno investiti circa 7,5 milioni nella prima fase già in corso (messi dalla Provincia di Piacenza che li ha ottenuti dallo Stato) e altri 8,5 milioni nella seconda prevista nel 2026/2027 (stanziati dalla stessa Anas), da Castelvetro vengono chieste garanzie sul fatto che tali costosi interventi non giustificheranno un eventuale cambiamento delle portate consentite. Insomma, secondo l’Amministrazione guidata da Silvia Granata la manutenzione deve servire per preservare il ponte ma non per fare ripassare i tir.
L’incontro richiesto via pec, con i referenti tecnici e progettuali competenti, è proprio «Al fine di approfondire le prospettive di utilizzo del ponte in ferro che collega il nostro territorio al Comune di Cremona – scrive la prima cittadina –. L’infrastruttura, recentemente oggetto di interventi di messa in sicurezza, riveste un ruolo strategico per la mobilità locale e interprovinciale». Sottolinea in particolare di ritenere necessario «Valutare le future limitazioni di tonnellaggio per i mezzi pesanti; analizzare il numero di transiti attesi nel territorio comunale, in particolare in direzione del casello autostradale A21, con attenzione agli impatti sulla viabilità urbana e rurale; esaminare le criticità viabilistiche già emerse o potenzialmente connesse agli interventi programmati, al fine di predisporre misure di mitigazione e coordinamento con gli altri enti coinvolti».
La preoccupazione di Granata emerge dalle parole scritte nella nota appena inviata, d’altra parte va però ricordato che il divieto di transito per i mezzi sopra le 20 tonnellate era scattato nel giugno 2014 proprio alla luce delle condizioni del viadotto la cui parte piacentina risale al 1892. Inevitabile chiedersi (e dunque chiedere) se l’ingente investimento economico potrà sparigliare le carte in tavola. Cosa che Castelvetro assolutamente non vuole, dato che i mezzi pesanti attraverserebbero anche il centro abitato. «L’Amministrazione comunale ritiene fondamentale poter disporre di un quadro chiaro e condiviso degli scenari futuri – conclude infatti il sindaco –, per garantire la tutela della sicurezza stradale, la sostenibilità del traffico locale e la salvaguardia delle attività economiche e sociali del territorio». Tradotto: Granata vuole che Anas risponda subito in merito, senza rimandare la questione al post-cantiere.
Contemporaneamente si gioca d’anticipo anche su un altro fronte: la viabilità alternativa, più che mai necessaria alla luce di un incremento di traffico che è sotto gli occhi di tutti anche in questi giorni. Il Comune di Castelvetro vorrebbe infatti avviare un tavolo di lavoro sulla famosa bretella che potrebbe collegare il casello A21 alla Padana Inferiore. Si tratta di un tracciato che era connesso al progetto del terzo ponte sul Po e che ad oggi non è inserito nel quinquennale degli investimenti regionali 2023/2028. Se ne parlerà dunque con la programmazione successiva, ma intanto il sindaco riapre l’argomento per affrontare anche il tema dei possibili finanziamenti necessari. «É in ottica futura, per salvaguardare la struttura da continui acciacchi – aveva già avuto modo di sottolineare Granata –, che servirebbe la bretella».
Nel frattempo, qualche notte fa, si sono svolti gli annunciati prelievi di asfalto dalla carreggiata del viadotto: test necessari per programmare al meglio i lavori della ditta Beltrami al di sotto delle arcate.
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