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SANITA' MODERNA

Dal diabete all’infarto fino alle malattie respiratorie, con IA diagnosi e cure precoci e personalizzate

L’intelligenza artificiale sta trasformando la medicina: favorisce decisioni cliniche più rapide, supporta i medici nelle terapie complesse e migliora la qualità dell’assistenza senza sostituire il ruolo umano

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

11 Settembre 2025 - 11:09

Dal diabete all’infarto fino alle malattie respiratorie, con IA diagnosi e cure precoci e personalizzate

CREMONA - La rivoluzione dell’intelligenza artificiale sta ridefinendo la medicina contemporanea, offrendo soluzioni innovative per migliorare qualità delle cure ed efficienza dei sistemi sanitari. Su queste tematiche si è concentrato il congresso appena concluso a Roma, organizzato da Fondazione Menarini in collaborazione con Gemelli Isola – Ospedale Isola Tiberina, University of Central Florida College of Medicine, Sovaris AI e The Foundation for Gender-specific Medicine. L’evento ha esplorato le applicazioni dell’IA nelle diverse discipline mediche, dai principi fondamentali fino alle applicazioni cliniche più avanzate.

«Spesso l’intelligenza artificiale viene vista come una minaccia per i medici. In realtà, non sarà l’IA a sostituire gli specialisti, ma chi saprà sfruttarla meglio sostituirà chi non ne farà uso», ha dichiarato Stefano Del Prato, Presidente di Fondazione Menarini. Del Prato sottolinea che gli aspetti umani dell’assistenza, come empatia, compassione e pensiero critico, restano insostituibili, mentre l’IA rafforza la pratica clinica, migliora la formazione e riduce errori e ritardi, alleggerendo anche il carico amministrativo.

L’IA come catalizzatore della sanità moderna

Oggi i sistemi di IA analizzano grandi quantità di immagini mediche, dall’ECG alle radiografie, con precisione pari o superiore a quella umana, identificando anomalie sottili. Grazie a sofisticati algoritmi, l’IA consente inoltre una medicina personalizzata, integrando dati genetici, biomarcatori, ambiente e storia clinica del paziente, per terapie su misura.

«L’IA interessa tutte le branche della medicina, dalla cardiologia alla diabetologia, fino alla pneumologia. Sta spingendo verso frontiere innovative come i gemelli digitali, le reti ad alta capacità per simulazioni complesse, sistemi predittivi per epidemie e robot chirurgici autonomi», evidenzia Del Prato.

Sfide etiche e regolatorie

L’uso dell’IA comporta complessi interrogativi etici e legali. «La privacy dei dati è centrale: gli algoritmi richiedono grandi quantità di dati sanitari. Inoltre, chi è responsabile se l’IA suggerisce una diagnosi errata? È essenziale sviluppare modelli spiegabili, chiari e affidabili per evitare errori e mantenere la fiducia dei pazienti» aggiunge Del Prato.

Cardiologia, diabete e pneumologia: l’IA in azione

In cardiologia, l’IA migliora la diagnosi precoce e la stratificazione del rischio. «Applicata all’ECG, consente di rilevare disfunzioni ventricolari con il 95,6% di sensibilità, predire lo scompenso cardiaco fino a 24 volte meglio rispetto ai metodi tradizionali e identificare i pazienti a maggior rischio di infarto o ictus», spiega Filippo Crea, Direttore del Centro di eccellenza di Scienze Cardiovascolari dell’Ospedale Gemelli-Isola.

Nel diabete, l’IA individua precocemente variazioni nella secrezione insulinica e supporta sistemi avanzati come i pancreas artificiali. «Questi strumenti permettono di mantenere più a lungo livelli glicemici sicuri e ridurre l’emoglobina A1c, oltre a facilitare lo screening precoce della retinopatia diabetica, prevenendo danni irreversibili alla vista», aggiunge Del Prato.

In pneumologia, l’IA analizza immagini e suoni respiratori per diagnosticare e monitorare patologie croniche, dall’asma grave alla BPCO, integrando dati clinici e ambientali per un approccio personalizzato al paziente con più patologie. «L’analisi automatizzata di ronchi, sibili e rantoli facilita la diagnosi e il monitoraggio a distanza, migliorando qualità della vita e aspettativa di vita dei pazienti», spiega Leonardo Fabbri, Università di Ferrara.

L’era del medico digitale

Secondo Del Prato, la formazione medica deve evolversi: «Il medico del futuro dovrà integrare competenze cliniche, digitali, etiche e comunicative, interpretando i risultati degli algoritmi senza esserne dominato e garantendo equità e umanità nella cura».

L’evento ha mostrato come l’IA, pur aprendo nuove prospettive, non sostituisca i medici ma ne amplifichi le capacità, rendendo la sanità più precisa, sicura e personalizzata.

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