L'ANALISI
08 Settembre 2025 - 05:15
Pamela e Andrea Bassetti
GENIVOLTA - «Mi sento abbandonato e, quando non ignorato, trattato pure in modo meschino. Non è così che va trattata una persona malata. Ma non sono qui per piangermi addosso o farmi compatire, sono qui per lanciare un messaggio: anche il distretto di Crema deve avere una Disability Manager. Senza questa figura qualificata, non c’è giustizia e non c’è vera assistenza sanitaria!».
Più di un appello, è un vero e proprio grido di rabbia e frustrazione quello di Andrea Bassetti, genivoltese affetto da una serie di patologie estremante gravi e complesse che gli impediscono di abbandonare il letto di casa e lo costringono a vivere attaccato a un respiratore, assistito dalle amorevoli cure della dolce compagna Pamela che, insieme alle due figlie, è tutto il suo mondo. Andrea è un uomo forte e coraggioso che non ha mai chiesto nulla che non gli fosse dovuto e infatti, anche stavolta, non chiede trattamenti di favore. Solo di essere ascoltato.
«La situazione è assurda e paradossale. Io devo vivere a letto – racconta – ma i materassi da decubito che mi fornisce l’Asst di Crema, perché non ne ha altri, sono quelli sbagliati. Io – spiega – posso e devo stare seduto alcune ore del giorno ma se lo faccio, immancabilmente, dopo sei mesi il materasso si disintegra perché non è concepito per la seduta». Un problema abbastanza facile da risolvere. Almeno sulla carta. Per Andrea, invece, la semplice richiesta di sostituzione dell’ausilio medico si è trasformata in un’odissea fatta di incomprensioni, silenzi e ostacoli infiniti: «Quando ho fatto presente quanto accaduto la prima volta – prosegue nel racconto – mi hanno mandato un secondo materasso, identico al primo. Ho insistito ancora finché non sono arrivati tecnici specializzati sia locali che addirittura da Torino e tutti sono giunti alla stessa, ovvia conclusione, cioè che quel materasso non è adatto alla mia condizione e si sarebbe di nuovo rotto. Allora ho richiamato di nuovo l’Asst. Niente da fare, terzo materasso identico!». Bassetti non si arrende: «Hanno mandato una fisioterapista a controllare. Mi sono sentito trattato male perché non ha fatto altro che dirmi che il materasso che avevano era quello e che se volevo ‘il top di gamma’ dovevo prendermelo da solo. Ma non è quello – sostiene – il mio problema! Non voglio nulla di sfarzoso, voglio quello che mi permette di vivere. Tra l’altro – e qui si arriva al nodo del discorso – così sto costando ai contribuenti italiani, lombardi e cremonesi dei soldi che si potrebbero tranquillamente risparmiare. Ogni volta che mi mandano un materasso sbagliato e questo si rompe sono 1.700 euro di contributi bruciati. Riuscite a capire come posso sentirmi?».
Lo struggente caso di Andrea, a suo dire, potrebbe trovare un lietofine in un battito di ciglia. Il problema è che non c’è l’interlocutore giusto: «Esistono figure nelle grandi realtà ospedaliere che si occupano di gestire problematiche come queste. Sono i ‘disability manager’, ma l’ospedale di Crema non ne ha uno e quindi sono costretto a interfacciarmi con professionisti che, per quanto in buona fede, non operano strettamente nel loro campo e questi sono i risultati. Non è una criticità che riguarda me – chiosa –, non è la mancanza di volontà di comprarmi un materasso da solo e chiudere la questione, è un principio di giustizia ed equità per tutti. Quanti domani si troveranno nella mia stessa condizione e si vedranno la porta sbattuta in facci? Quanti magari lo sono già ma non hanno avuto la forza o la possibilità di raccontarlo? Ascoltate la nostra voce. Non ignorateci più!».
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