L'ANALISI
25 Agosto 2025 - 11:48
CASANOVA DEL MORBASCO (SESTO) - Il parchetto di via Arno a Casanova del Morbasco più che un’area di svago e relax sta diventando il regno della maleducazione. Con il rammarico e l’amarezza di chi da sempre ne ha incentivato la nascita, lo segnala Fioretta Menta, insegnante di filosofia in pensione che abita ad un tiro di schioppo.
«Il parchettino era stato – attacca l’ex docente – molti anni fa, una richiesta di tutti i cittadini di via Arno, perché il sovraffollamento delle case non permetteva un circolo discreto di aria e limitava molto la comunicazione e la relazione fra le persone, ingiustamente punite con sovraffollamento, appunto; lo spazio verde per bambini, anziani e adulti era indispensabile perché non si costruisce senza tener conto della presenza delle persone senza spazi verdi di rilassamento e giochi per i più piccoli».
Con il passare del tempo, però, sono cominciati i problemi. «Tante persone si sono spostate nel parchettino – prosegue Menta – e purtroppo da qualche anno la situazione è cambiata perché sono arrivate orde di ragazzi senza una buona educazione e spesso il gruppo crea conflitti e discussioni, ma si è superato il limite della sopportazione. Qui la sera c’è musica alta, si sentono urla, parole e bestemmie incredibili, non esiste gentilezza, solo volgarità che lascia sbalorditi gli adulti “normali” e poi si strapazzano le altalene, usate violentemente con il rischio che prima o poi cedano causando problemi seri di sicurezza. D’altra parte fin da giovani si deve imparare che la libertà finisce dove inizia lo spazio dell’altro, questo è il senso del limite, ma anche del buon gusto».
Formula dei quesiti, Menta: «I genitori dove sono? Sanno o fanno finta di non sapere? Si vedono solo adulti, che come esempio educativo, mostrano l’indice per far entrare in casa i ragazzi. Ma che formazione hanno? Insomma i cittadini segnalano un forte disagio, la pazienza è finita. Il piccolo è lo specchio del grande: violenza verbale, aggressività, mancanza di critica. È urgente».
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