L'ANALISI
24 Agosto 2025 - 10:22
CREMONA - Le voci dell’imprenditoria lo dicono da tempo: non è il periodo più roseo per costruire e portare avanti un’attività economica, a maggior ragione se piccola o micro. Tuttavia, se è vero che le imprese del territorio sono sempre meno numerose (con un decremento di 500 unità negli ultimi quattro anni), aumentano quelle gestite da titolari di altre nazionalità.
Lo dimostrano i dati diffusi dalla Camera di commercio di Cremona, Mantova e Pavia sull’anno 2024: se, da un lato, il saldo “demografico” di tutte le imprese è negativo (-0,2%), quello relativo alle aziende guidate da immigrati è positivo, con un incremento del 4,6% rispetto al 2023: in altri termini, 158 nuove aziende. In totale, dunque, la provincia ha chiuso l’anno con 3.171 attività “straniere”, ovvero «nelle quali la partecipazione di persone di nazionalità non italiana è superiore al 50%».
La logica conseguenza di questo impennarsi della curva (sempre costante, con una sola “caduta” nel 2022) è che la popolazione delle imprese straniere sul totale cresce: alla fine del 2024, le imprese attive sul territorio erano il 13% del totale delle attività. Si tratta, in altri termini, di più di un’attività ogni 10.
Il report della Camera si sofferma sui singoli settori in cui gli imprenditori stranieri operano. In primo luogo, il comparto edile, dove le ditte a trazione straniera costituiscono una fetta importante dell’intero settore: «è quello dove sono più numerose le aziende guidate da imprenditori non italiani — precisa il report — e se ne contano infatti 948 che costituiscono circa il 30% del totale delle imprese straniere e circa il 24% del totale delle imprese edili». Ma il discorso si estende anche alle altre attività, per cui, nel quarto trimestre 2024, «in tutti i principali comparti di attività economica si riscontrano variazioni positive su base annua».
Più nel dettaglio, in ordine di intensità, il primato va alle imprese di costruzione, che sono aumentate del +6,3% alla fine del 2024. Simile il quadro dei servizi di alloggio e ristorazione (+4,8%), delle attività manifatturiere (+4,3%). L’incremento rallenta considerando, invece, il commercio (+2,8%) e i servizi alle imprese (+2,5%).
Un dato che ha implicazioni positive anche sul fronte occupazionale. Anche se, tutto sommato, modeste, considerato che, come rivela il report, le dimensioni di queste attività restano piuttosto contenute. L’ambito, insomma, è quello della micro e piccola impresa: «L’imprenditoria non italiana in provincia — precisa la Camera di Commercio — occupa 6.199 persone, con una media di 2 addetti per impresa». Il comparto dei pubblici esercizi è quello che coinvolge un numero maggiore di lavoratori (1.435) seguito immediatamente dal comparto costruzioni con 1.302 addetti. Coerente anche l’impatto sul commercio, in cui sono impiegati 996 lavoratori, e sulle attività manifatturiere (981 lavoratori).
Insomma, tante imprese con un numero modesto di occupati. Tant’è vero che «nell’edilizia e nel commercio — conclude il report — la dimensione media dell’impresa è minima e appena superiore alla singola unità». Le dimensioni aumentano quando si prendono in esame i restanti settori principali, «nei quali — rileva il rapporto della Camera — si contano tre o più addetti per impresa».
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