L'ANALISI
19 Agosto 2025 - 05:15
Il gommone della Finanza in una foto del 2019
CREMONA - Il Po terra di nessuno, anzi acqua di nessuno: delle due barche delle forze dell’ordine che potevano essere operative una è stata trasferita sul lago d’Iseo, un’altra non può essere calata sul fiume a causa della secca. Fino a qualche tempo fa attraccato al pontile della Mac vi era il gommone dei Vigili del fuoco, ma da qualche tempo è stato ricoverato nella caserma di via Rosario e nonostante la ‘lontananza’ dal fiume, i loro interventi sono sempre puntuali e veloci. Carabinieri e Polizia non dispongono più di mezzi acquatici. Da segnalare, fortunatamente, che sono disponibili alcune barche dei vari gruppi di Protezione civile, anche se non hanno compiti di ordine pubblico.
Andiamo con ordine. Che qualcosa non andava lo si è notato il giorno di Ferragosto, durante la processione dell’Assunta: di solito la flottiglia di barche, che accompagna la Madonna è stata sempre preceduta da un’imbarcazione della Guardia di finanza (in tempi lontani della Polizia o dei Carabinieri), ma quest’anno non c’era. Il servizio d’ordine comunque è stato garantito proprio da quattro finanzieri, ma sulla terraferma, presenti alla partenza e all’arrivo. Si è subito pensato che il gommone fosse attraccato al porto e non fosse ‘uscito’ a causa della secca del Po, ma dopo un rapido giro di telefonate si è appreso che la barca della Fiamme gialle è stata trasferita provvisoriamente sul lago d’Iseo per l’intensificarsi del traffico estivo. E anche per ragioni di scarsità di personale specializzato a Cremona. Dal Comando fanno sapere che comunque il presidio della Gdf sul fiume ci sarà ancora e continuerà a fare più di 300 ore di navigazione all’anno, come in passato. A Cremona sarebbe dovuta arrivare una imbarcazione da Mantova, ma a stagione quasi chiusa non è ancora attraccata sulle nostre rive.
Il motoscafo della Polizia provinciale, che ha titolo di controllo sul Po, sverna negli hangar della Mac. Non è stato possibile calarlo in acqua con la gru in quanto il piccolo bacino, dove dovrebbe galleggiare e poi prendere il largo, «è in secca totale», come aveva spiegato con una punta di delusione il presidente della Provincia Roberto Mariani. Risultato: nessuna imbarcazione delle forze dell’ordine naviga il Po ed esegue controlli se non dalle rive (tra l’altro con ottimi risultati contro i pescatori di frodo, i cosiddetti ‘pirati del fiume’).
Ma ogni tanto un controllo via acqua farebbe bene, chi va per il Po nota barche sospette, con tanto di accampamenti, ma ai quali si arriva solo mediante imbarcazione, e un privato non ha l’autorità di chiedere conto di cosa ci facciano reti o storditori.
E non solo: un giro di controllo servirebbe anche per la sicurezza della navigazione: sempre più spesso si incrociano motoscafi che navigano a tutta velocità sia di fronte alle canottieri, dove fino a qualche anno fa c’era un limite di velocità, sia quando incrociano barche a remi mettendo in grande difficoltà chi le conduce. Navigazione resa ancora più pericolosa dalla secca (ieri il Po si è assestato a -7.6 metri sotto lo zero idrometrico), perché i canali si restringono e i passaggi sono quasi obbligati.
«Ai nostri associati — spiega il presidente della Mac, Stefano Corbari — raccomandiamo sempre prudenza e soprattutto rispetto i nostri regolamenti e le nostre linee comportamentali sono chiari».
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