L'ANALISI
08 Agosto 2025 - 11:58
CREMONA - Nonostante un contesto regionale ancora caratterizzato da incertezze, la provincia di Cremona si distingue per una vitalità economica superiore alla media lombarda. I dati del primo trimestre del 2025, elaborati dall’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro, rivelano un quadro incoraggiante, con un aumento del 21% degli avviamenti rispetto al trimestre precedente e un saldo occupazionale positivo di oltre 5mila unità.
La Lombardia nel suo complesso continua a registrare una lieve contrazione nella produzione industriale (-0,4%) e artigianale (-0,3%), segnalando una fase di debolezza. Tuttavia, Cremona si distingue con performance migliori: la produzione manifatturiera cresce dell’1,5% e il fatturato del 2,8%, mentre l’artigianato segna un +3,3% nella produzione e +1,8% nel fatturato. Gli ordini esteri trainano l’economia locale, con un aumento del 4,7% nel manifatturiero, mentre la domanda interna registra una crescita più contenuta (+1,8%). Nonostante questi dati positivi, gli imprenditori cremonesi mantengono un atteggiamento prudente, con aspettative incerte o negative per il prossimo trimestre, in parte legate anche all’introduzione dei dazi sul mercato americano che potrebbero ridefinire gli equilibri dell’economia locale.
Il dato più rilevante riguarda l’andamento del lavoro: nel primo trimestre del 2025 si sono registrati 14.618 avviamenti, con un incremento del 21,1% rispetto al trimestre precedente. Parallelamente, le cessazioni sono diminuite del 36,4%, portando a un saldo occupazionale positivo di 5.111 unità. La dinamica è trainata soprattutto dagli uomini, che contribuiscono per il 66,5% al saldo complessivo, mentre le donne segnano un incremento più contenuto (+1.714 unità). Anche le fasce d’età più giovani (15-29 anni) e gli over 50 registrano un bilancio positivo, rispettivamente con +1.721 e +1.078 unità.
«Dall’analisi congiunta dei flussi di avviamento e cessazione – si legge nel report provinciale – il saldo occupazionale del primo trimestre 2025 risulta positivo e pari a 5.111 unità. Tale risultato evidenzia una decisa inversione rispetto al saldo negativo registrato nell’ultima parte del 2024 (pari a -2.887 unità) e si mantiene su valori sostanzialmente analoghi – sebbene di poche centinaia di unità inferiori – rispetto al saldo positivo osservato nel primo trimestre del 2024, che era stato di 5.279 unità. Questi dati suggeriscono, nel complesso, una tenuta del mercato del lavoro nella fase iniziale del 2025, caratterizzata da una ripresa dei flussi in ingresso e da una significativa contrazione delle cessazioni rispetto alla chiusura dell’anno precedente».
Non mancano però le ombre: il numero di imprese attive in provincia continua a diminuire (-32 unità rispetto al trimestre precedente), con un calo particolarmente marcato in agricoltura (-1,7%) e una lieve flessione nell’industria (-0,1%). Solo il terziario mostra segnali di ripresa (+0,5%). Tale dinamica generale di contrazione segue una già significativa diminuzione osservata nell’ultimo trimestre del 2024, quando il saldo era risultato negativo per 97 unità. Alla fine del periodo di riferimento, il totale delle imprese attive si attesta così a 24.717 unità.
Un altro elemento critico è la crescita dei contratti a tempo determinato, che raggiungono il 53,4% degli avviamenti, mentre quelli a tempo indeterminato scendono al 17%. Le cessazioni sono per lo più dovute alla scadenza dei termini (53,7%), ma un preoccupante 28,9% dei casi è legato a dimissioni volontarie, segnale di un mercato del lavoro ancora instabile.
Nonostante i dati incoraggianti e i segnali di ripresa del sistema economico cremonese le previsioni per il secondo trimestre del 2025 non sono altrettanto rosee: le imprese cremonesi prevedono 6.860 nuove assunzioni, in calo del 9,7% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Il settore manifatturiero rimane il principale datore di lavoro (35% delle assunzioni previste), seguito dai servizi alle imprese (23,8%).
Cremona chiude dunque il primo trimestre del 2025 con dati migliori rispetto alla media regionale, ma la riduzione delle imprese attive e l’aumento della precarietà lavorativa pongono interrogativi sulla sostenibilità di questa ripresa. La sfida per i prossimi mesi sarà consolidare la crescita mantenendo un equilibrio duraturo tra flessibilità e stabilità occupazionale in tutti i settori.
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