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Sicurezza, sindaci uniti: «Un patto nazionale»

Virgilio: «Noi stiamo facendo la nostra parte, ma servono più forze dell’ordine e risorse»

La Provincia Redazione

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27 Luglio 2025 - 09:46

Sicurezza, sindaci uniti: «Un patto nazionale»

Nel riquadro, il sindaco di Cremona Andrea Virgilio

CREMONA - I sindaci chiedono al Governo un Patto nazionale per la sicurezza urbana. Lo hanno fatto, attraverso Anci, incontrando il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al quale hanno ribadito che il tema della sicurezza e della vivibilità priorità per tutti, a cominciare dal Governo. «I Comuni – ha spiegato il sindaco Andrea Virgilio - sono pienamente disponibili a fare la propria parte per garantire la sicurezza e la vivibilità dei territori. Tuttavia, è necessario che a questo impegno corrispondano risorse adeguate, politiche strutturate di sicurezza urbana integrata e, soprattutto, un rafforzamento concreto della presenza delle forze dell’ordine».


I sindaci chiedono allo Stato «che si assuma il proprio ruolo in modo pieno e coerente», perché «è evidente che occorre affrontare la questione a livello nazionale, quando il presidio del territorio risulta insufficiente per mancanza di personale, quando gli interventi delle forze dell’ordine non producono effetti duraturi perché chi viene fermato è rilasciato in tempi brevissimi». E, ancora, «quando provvedimenti come i Daspo o le espulsioni restano spesso inattuati, e quando si chiede ai primi cittadini di adottare ordinanze restrittive che impattano sulla vita della città».


Virgilio difende ‘la categoria’: «Finora gli enti locali hanno fatto la loro parte: le amministrazioni locali continuano a impegnarsi». Su più fronti: «Anche noi abbiamo investito in videosorveglianza, cercato risorse, promosso progetti di rigenerazione urbana, coinvolto la Polizia locale e gli operatori di prossimità. Ma — ribadisce il sindaco — questi interventi, se non accompagnati da una presenza stabile e strutturata dello Stato, non sono sufficienti. Queste sono le ragioni che hanno spinto l’Anci ad avanzare al Governo la proposta di un nuovo Patto nazionale per il diritto alla sicurezza dei cittadini e per la vivibilità delle città italiane, affinché sia possibile costruire risposte efficaci, condivise e durature».


La proposta si basa su quattro assi strategici. Il primo: rafforzamento dei presidi territoriali dello Stato, con standard minimi di presenza notturna delle forze dell’ordine (almeno una volante ogni 20mila abitanti) e una maggiore sinergia con la polizia locale. Il secondo: finanziamenti strutturali attraverso l’istituzione di un Fondo nazionale per la sicurezza urbana integrata, per sostenere progetti contro disagio giovanile, devianza, spaccio, mala movida, e per rafforzare videosorveglianza, illuminazione pubblica e formazione congiunta.

Il terzo: accesso effettivo al Ced Interforze, ovvero una banca dati centrale per le Polizie locali, «ancora oggi escluso nonostante le funzioni crescenti e il ruolo chiave nei controlli del territorio». Il quarto: riforma della legge quadro sulle Polizie locali, ferma da anni, per garantire organici adeguati e un utilizzo efficace delle risorse umane. Anci sollecita, inoltre, «una gestione razionale e strutturata dell’immigrazione, contrastando l’irregolarità come fattore criminogeno, senza cedere a narrazioni semplificatorie».

«E su questo - precisa Virgilio – come sindaci chiediamo di partecipare formalmente alla definizione dei piani nazionali e regionali per l’accoglienza, anche attraverso cabine di regia territoriali e un fondo metropolitano per l’integrazione». Ma c’è dell’altro. «Anche sulla Giustizia non è sufficiente aumentare le pene per contrastare certi reati; è necessario anche riorganizzare il sistema a livello nazionale e locale per garantire l’efficacia delle sanzioni e l’assistenza concreta alle vittime».


In proposito, Virgilio sottolinea che «i nuovi episodi di disordine nelle città e il crescente numero di reati violenti, spesso commessi da giovani e minorenni, richiedono interventi preventivi e una più stretta cooperazione con le Procure, per dare priorità alla repressione dei comportamenti che generano forte preoccupazione sociale. C’è una carenza di intervento su reati molto diffusi e socialmente allarmanti, spesso sottovalutati dalle autorità in quanto ritenuti di minore entità. È necessario un deciso miglioramento nella capacità di risposta».


Ma, evidenzia Virgilio, «la sicurezza urbana non è solo un dovere dello Stato: è un diritto dei cittadini. Per questo noi sindaci proponiamo un nuovo accordo istituzionale che metta al centro i territori, rafforzi la cooperazione tra livelli di governo e garantisca strumenti concreti per affrontare con efficacia le sfide della contemporaneità».

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Commenti all'articolo

  • 04973

    27 Luglio 2025 - 13:00

    Servono leggi in favore e non contro i cittadini. Basta difendere i delinquenti.

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