L'ANALISI
02 Luglio 2025 - 15:25
CREMONA - L’ondata di caldo che in questi giorni sta investendo la Lombardia ha una data di scadenza: venerdì 4 luglio. Fino a quel momento, secondo il Servizio Meteo di Arpa Lombardia, la regione continuerà a essere stretta in una morsa di calore, con temperature massime comprese tra i 37 e i 38 gradi nelle aree di pianura e un forte disagio termico per la popolazione.
A partire da sabato 5 luglio, però, è atteso un primo calo termico, con temperature in discesa di 4-6 gradi, seguito dal ritorno delle piogge. Domenica 6 luglio è prevista una prima fase instabile, con temporali anche intensi, che segneranno l’inizio di una nuova fase meteorologica, più variabile e con ulteriori occasioni per precipitazioni anche nella settimana successiva.
“Dato il grande calore e la consistente energia accumulata in questo periodo – si legge nella nota ufficiale – nei prossimi giorni sarà possibile avere dei temporali di forte intensità”. Fenomeni violenti, che potrebbero essere accompagnati da grandine e forti raffiche di vento.
Per monitorare lo sviluppo delle celle temporalesche e seguire in tempo reale l’evoluzione dei fenomeni meteorologici, Arpa Lombardia consiglia di scaricare e consultare l’app “radarLOM”, utile per visualizzare lo spostamento delle precipitazioni e valutare l’eventuale rischio in tempo reale.
Nel capoluogo lombardo, l’ondata di calore ha già fatto segnare nuovi primati termici. Il 29 giugno si è registrata una temperatura minima di +27,5 °C, la più elevata dell’anno. Il giorno successivo, 30 giugno, la temperatura massima ha raggiunto i 37 gradi. Entrambi i dati sono stati rilevati dalla stazione meteorologica di Milano Brera, posta sul tetto dell’osservatorio omonimo e utilizzata da Arpa Lombardia per le analisi climatologiche ufficiali.
In condizioni normali, la temperatura minima giornaliera viene toccata tra le 6 e le 7 del mattino, mentre la massima si registra intorno alle 17. Quando la minima resta sopra i 20 °C si parla di “notte tropicale”, una condizione che rende difficile il recupero termico del corpo umano e peggiora la qualità del sonno, con conseguenze anche sulla salute.
Dal punto di vista climatologico, il fenomeno delle notti tropicali è in forte crescita e rappresenta uno degli indicatori più evidenti del riscaldamento in atto. Secondo Arpa Lombardia, a partire dagli anni ’90 il numero medio annuo di notti con minime sopra i 20 °C è quasi raddoppiato:
negli anni ’90 la media era di 42 notti tropicali all’anno;
negli anni 2000 si è saliti a 59;
nel decennio successivo, a 72;
tra il 2021 e il 2024 si è arrivati a una media di 81 notti tropicali.
Il record appartiene al 2022, con ben 101 notti tropicali, mentre il 1993 resta l’anno più “fresco”, con solo 24 notti di questo tipo. Questo incremento significa anche un’estate più lunga: 40 notti in più equivalgono a oltre un mese di estensione del periodo estivo rispetto agli standard tradizionali.
A peggiorare la sensazione di caldo, soprattutto durante la notte, c’è l’effetto dell’isola di calore urbana. Cemento, asfalto e superfici artificiali assorbono il calore durante il giorno e lo rilasciano lentamente durante la notte, impedendo un adeguato raffrescamento naturale. Al contrario, le aree verdi si scaldano meno e si raffreddano meglio, contribuendo a un microclima più vivibile.
A Milano, Arpa ha registrato una differenza media di 3 °C nelle temperature minime rilevate tra la stazione di Brera (in pieno centro) e quella di Milano Lambrate, in zona più periferica. Il dato conferma come la struttura urbana influisca in modo diretto sul benessere termico delle persone, soprattutto nelle ore notturne.
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