L'ANALISI
30 Giugno 2025 - 20:55
CREMONA - «Nell’assemblea dei soci, si è approvata un'operazione di azzeramento del capitale sociale utilizzando le riserve societarie. Contemporaneamente si è deciso di incaricare un soggetto terzo di predisporre un piano industriale di ristrutturazione e razionalizzazione della società, per verificare se vi siano margini e possibilità di rilancio».
Lo ha annunciato oggi il presidente della Provincia, Roberto Mariani rispondendo alle accuse lanciate dai consiglieri del gruppo Centrodestra per Cremona Valeria Patelli, Gianni Rossoni e Filippo Raglio sul bilancio della Centro Padane Engineering, società controllata in quote paritetiche dalle Province di Brescia e Cremona, che ha chiuso il bilancio 2024 «con una vistosa perdita quantificata in 1.049.600 euro».
Colpa, affermano i consiglieri di Lega e Forza Italia, anche dei «ridotti affidamenti rispetto ai budget approvati». E a fronte di questo mancato introito «per complessivi 744.235 euro» «la Provincia di Cremona ha affidato a professionisti esterni ulteriori incarichi per 430mila euro». Mariani annuncia anche che entro luglio, convocheremo il Consiglio provinciale di Cremona, così come farà Brescia e gli altri enti soci, per ratificare le decisioni deliberate oggi dall’assemblea dei soci. Quando sarà pronto il piano industriale di ristrutturazione e razionalizzazione, non sarà il solo presidente a valutarlo, ma l’intero Consiglio provinciale. E spero che, in quella sede, non si assista più ai teatrini di rivendicazioni politiche del centro destra, ma prevalga il senso di responsabilità verso i dipendenti di Centro Padane e verso l’Ente Provincia. Se il piano industriale sarà soddisfacente, si procederà. Se non lo sarà, e se la società non potrà continuare in queste condizioni, allora, tutelando i lavoratori, si prenderanno le decisioni definitive che si devono prendere. Questo significa amministrare con serietà».
Per Mariani, infatti, «si stanno dicendo cose tecnicamente sbagliate, volutamente enfatizzate per fini politici. Nessuno cita mai la Provincia di Brescia, amministrata dal centrodestra, che si trova nella stessa identica situazione nostra e che anzi ha fortemente voluto e avvallato una nuova sede a Brescia. Evidentemente lì non si solleva il problema perché è ‘amica di cordata’. È gravissimo — aggiunge Mariani — che chi fa l’amministratore non conosca le regole degli appalti pubblici. Centro Padane Engineering è sì una società in house, ma per legge, quando si affidano incarichi di progettazione, bisogna fare una verifica di mercato per vedere se altri professionisti offrono lo stesso servizio a costi inferiori. Esiste un contratto di servizio con una scontistica del 35%, ma se il prezzo resta più alto di quello di mercato, i dirigenti hanno il dovere di affidare gli incarichi esternamente. E gli interroganti, amministratori di lunga esperienza, dovrebbero saperlo. Se non lo sanno, allora la strumentalizzazione politica è evidente. Ancora più grave è che tutti e tre gli interroganti nel mandato scorso erano consiglieri provinciali e mai, ripeto mai, hanno posto il tema Centro Padane. Non credo siano così sprovveduti da pensare che il problema sia nato in questi ultimi mesi. È un problema annoso, che nessuno ha avuto il coraggio di affrontare. Solo questa amministrazione ha deciso di portarlo alla luce. È poi ridicolo voler far credere che la situazione sia esplosa oggi perché nell’attuale Cda non c’è rappresentanza di quella parte politica. Sarebbe invece segno di responsabilità ammettere che il problema viene da lontano e che solo oggi, senza condizionamenti da cordate amiche, si è deciso di affrontarlo. Prima si è evitato di intervenire proprio per la presenza in Cda di 'amici di corrente'. Questo è grave».
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