L'ANALISI
30 Giugno 2025 - 19:38
CAMISANO - Doveva essere una serata di sport e competizione, com’è nello spirito della Camisano Spring Cup, torneo amatoriale molto seguito nel Cremasco. E invece, è finita a pugni in faccia, inseguimenti, sputi e insulti. L’arbitro — un 45enne bresciano — è stato aggredito durante la partita e ha dovuto rifugiarsi negli spogliatoi, inseguito da più persone. Solo l’arrivo dei carabinieri ha riportato un po’ d’ordine.
Tutto inizia con un cartellino rosso. L’allenatore di una delle due squadre viene espulso. Fin qui, ordinaria amministrazione. Ma a quel punto, invece di uscire dal campo, si avvicina al direttore di gara e lo colpisce con uno schiaffo. Scoppia il caos. Dal pubblico o forse dalla panchina — questo dettaglio è ancora al vaglio degli inquirenti — spunta un’altra figura, pare un parente dell’allenatore. Si avvicina all’arbitro e gli rifila un pugno in pieno volto. Il fischietto, sotto shock, non tenta neanche una reazione. Scappa verso gli spogliatoi. Ma dietro di lui partono almeno in tre o quattro. Lo inseguono, gli sputano addosso e lo colpiscono con dei borsoni. Una scena fuori da ogni logica sportiva, un’aggressione in piena regola.
Rinchiuso negli spogliatoi, l’arbitro riesce a contattare le forze dell’ordine. Sul posto arrivano in pochi minuti tre pattuglie: i carabinieri di Castelleone, Romanengo e il Radiomobile di Crema. Quando entrano nel centro sportivo, gli animi sono ancora incandescenti, ma l’aggressione si è fermata. L’arbitro, scosso e dolorante, viene soccorso e invitato a raggiungere il pronto soccorso per gli accertamenti. Prima, però, riesce a fornire una descrizione dei suoi aggressori. Le forze dell’ordine identificano subito l’allenatore, autore dello schiaffo, e diversi membri della squadra coinvolta. Il responsabile del pugno, invece, è già sparito. Ma potrebbe avere le ore contate: alcuni presenti avrebbero infatti ripreso tutto con lo smartphone.
Il direttore di gara ha annunciato che sporgerà querela. E mentre si attendono i provvedimenti sportivi e legali, resta l’amaro in bocca per una serata che avrebbe dovuto celebrare il calcio amatoriale e invece ha mostrato il volto peggiore di questo sport: quello che si dimentica delle regole, del rispetto e del limite invalicabile tra agonismo e violenza.
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