L'ANALISI
OGGI GLI ETILOMETRI IN REGALO
28 Giugno 2025 - 05:05
Roberto Poli e Loredana Uberti
CREMONA - Aumentano i pazienti in cura per problemi di alcol dipendenza. La conferma arriva da Roberto Poli direttore del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze dell’Asst. «La premessa – esordisce – è d’obbligo: al nostro servizio accede la punta dell’iceberg ovvero le situazioni più gravi. Il questo primo semestre 2025 abbiamo preso in carico 160 persone, a fronte dei 141 dello stesso periodo del 2024. L’aumento è stato pari al 13%. Di questi 39 sono donne e 121 sono maschi, con la fascia di età più rappresentata che è quella dei 40enni. Sono oltre un terzo del totale».
Questa preponderanza ha una spiegazione: «Questo accade in quanto la dipendenza subentra solitamente in età adulta, con problemi fisici e mentali che si manifestano dopo anni di abuso. Al di sotto dei 30 anni abbiamo al momento in carico solo sette persone. I giovanissimi, e mi riferisco in particolare agli under 18, li intercettiamo invece in Pronto soccorso, quando ci sono condizioni di emergenza legate a intossicazioni acute».
Dei 160 pazienti seguiti tra la città e Casalmaggiore, 109 sono italiani, 25 sono originari di Paesi extra Ue, e gli altri sono cittadini dell’Unione. Nei due Serd lavorano una trentina di operatori, tra medici, psicologi e altri profili professionali. «C’è un consolidamento di cambio di abitudini nell’uso dell’alcol. Da diversi anni c’è una costante riduzione del consumo quotidiano, a favore del binge drinking, l’abbuffata alcolica» prosegue lo specialista. Insomma, non si beve più il classico bicchiere di vino al pasto, che tutto sommato fa anche bene alla salute, ma prevale l’uso degli alcolici per sballarsi.
«Un comportamento quest’ultimo molto diffuso tra i minorenni e i ventenni – conclude Poli –: i danni dovuti a questi comportamenti possono essere molto seri. Ricordo che l’apparato enzimatico che metabolizza l’alcol si sviluppa dopo i 20 anni, inoltre è sempre meno efficiente nelle femmine. Ciò ovviamente favorisce i casi più gravi tra i giovanissimi, sino al coma etilico».
Progetti di prevenzione, ma anche un impegno civico quotidiano, che va al di là delle iniziative organizzate, che vede in prima linea ogni volontario, ogni soccorritore e ogni operatore della Croce Rossa. Il comitato cittadino, guidato dalla presidente Loredana Uberti, da anni porta avanti proposte legate alla sensibilizzazione sui rischi che comporta l’abuso di alcol, sia per chi deve guidare sia a livello generale. Molte di queste campagne intercettano le giovani generazioni, in strada e a scuola.
«Il gruppo che si impegna di più su questo fronte è quello dei nostri volontari under 30 – conferma Uberti -: promuovono serate a tema, e vanno anche in strada incontrando i loro coetanei. In questi casi ci muoviamo in accordo e collaborazione con le forze dell’ordine, solitamente allestendo dei punti informativi in centro città tra le 22 e le 24, a volte in piazza Stradivari altre in galleria 25 Aprile. Ci affiancano gli agenti del commissariato. I nostri ragazzi spiegano quali possono essere le conseguenze legate all’abuso di alcolici, anche con l’ausilio di supporti tecnici e attrezzature».
Prove che servono più di mille parole. «Puntiamo su queste attività, che vanno a sommarsi ad un discorso di salute e cura della persona che ci vede impegnati a 360 gradi – prosegue Uberti -: per quanto riguarda le attività con gli adolescenti, siamo coinvolti tramite i Lions in incontri con gli studenti delle superiori, unitamente a Polizia di Stato e Polizia locale. I ragazzi hanno sempre risposto in maniera molto positiva, l’attenzione è stata focalizzata e il messaggio è passato».
La presenza costante e capillare negli istituti è fondamentale, impegna la stessa dirigenza scolastica nel reperimento di ore da dedicare a questa formazione. «Troviamo sempre massima collaborazione e condivisione d’intenti – conclude la presidente –. Infine, non dimentichiamo che il volontario, il soccorritore e l’operatore hanno l’obbligo assoluto di non assumere alcolici, anche nelle ore precedenti all’entrata in servizio. Una sensibilità che trasferisce a chi gli sta intorno, un esempio quotidiano».
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