L'ANALISI
11 Giugno 2025 - 19:06
ROBECCO D'OGLIO - L’aula della corte d’assise di Verona era stracolma oggi per l’avvio del processo per l’omicidio di Alberto Fiori, il giostraio residente a Pontevico ma molto noto nel Cremonese — di fatto, cittadino acquisito di Robecco d’Oglio — che ha perso la vita nel giugno del 2024 in una rissa degenerata in sparatoria a Villafranca di Verona.
Parenti, colleghi e conoscenti sono venuti da diverse parti d’Italia «per portare solidarietà alla famiglia di fronte a una scomparsa così tragica e immotivata – spiega l’avvocato Luca Curatti che rappresenta la moglie e i figli della vittima, costituitisi parte civile nel processo –. Il signor Fiori era infatti una persona ben voluta da tutti, molto amata dalle sue numerosissime conoscenze e dalle comunità dove, per lavoro, tornava ogni anno con le sue giostre». Il giostraio, residente a Pontevico ma sempre in giro per l’Italia con le sue giostre, era molto conosciuto anche a Cremona e in buona parte della provincia.
La sera del 19 giugno, Fiori era a Villafranca per la fiera dei Santi Pietro e Paolo. In piazza Castello, dove si sarebbero allestite le giostre, era scoppiata una discussione per accaparrarsi il posto migliore che aveva coinvolto una decina di persone. Poi il confronto si era riacceso nella zona delle roulotte, dove la rissa è degenerata quando il 56enne Athos Colombo, unico imputato nel processo di oggi, ha estratto una pistola sparando un colpo al 75enne Fiori. Colpito all’addome l’uomo è stato trasportato in ospedale dove è deceduto nella mattinata del 20 giugno. Colombo e altri due uomini coinvolti nella rissa si erano nel frattempo dati alla fuga, rendendosi irreperibili, ma dopo alcuni giorni l’imputato si era presentato alla stazione dei carabinieri di Mantova per costituirsi.
Oggi in aula c’era anche Colombo e, ad assistere al processo, un folto gruppo di parenti e conoscenti. Una folla che, per garantire la sicurezza e evitare scontri tra le due parti, ha reso necessaria la presenza di diversi carabinieri in supporto all’ufficiale di servizio. Ma «non è volata una mosca – racconta Curatti – L’udienza si è svolta in maniera tranquilla e al termine i gruppi di uditori sono usciti senza generare problemi».
Il processo entrerà nel vivo a settembre quando verranno sentiti i testimoni delle parti in quello che si presuppone un «procedimento impegnativo»: solo la parte civile ha presentato una lista di 24 testi da sentire, a cui si aggiungono quelli di accusa e difesa dell’imputato. È stata invece rigettata la richiesta di rito abbreviato dei legali di Colombo quindi si procederà in corte d’assise.
L’imputazione con il quale il 56enne arriva in aula è l’articolo 575, omicidio doloso. Nel corso del processo però le parti valuteranno gli elementi per suffragare eventuali aggravanti quali la premeditazione e i futili motivi. Si tornerà in aula il prossimo 17 settembre, quando verranno sentiti i testimoni del pubblico ministero.
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