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Poliziotto aggredito in carcere: nuova esplosione di violenza dietro le sbarre

Un detenuto ha colpito con pugni un agente penitenziario che lo invitava a rientrare in cella. Il Sappe denuncia: «Ca' del Ferro è sovraffollato e ad alta tensione, servono trasferimenti e strumenti di difesa immediati»

La Provincia Redazione

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11 Giugno 2025 - 14:57

Poliziotto aggredito in carcere: nuova esplosione di violenza dietro le sbarre

Il carcere di Ca' del Ferro a Cremona

CREMONA - Aggressione a un agente della Polizia Penitenziaria nella casa circondariale di Cremona. A denunciarlo è Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), che racconta quanto accaduto lunedì nel tardo pomeriggio all’interno di una sezione del carcere.

Secondo la ricostruzione del sindacato, un detenuto di origine straniera – già noto per precedenti episodi di risse e incendi – ha reagito con violenza al richiamo dell’agente incaricato della sorveglianza, che gli chiedeva di rientrare in cella dopo una telefonata. L’uomo ha colpito l’agente con diversi pugni al volto, rendendo necessario l’intervento di altri operatori per riportare la calma.

L’agente aggredito è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Cremona, dove ha ricevuto una prognosi di sette giorni. «A lui va il nostro augurio di pronta guarigione – afferma Greco – ma ci si chiede perché il detenuto non sia stato trasferito, nonostante esistano disposizioni dell’amministrazione penitenziaria centrale per allontanare soggetti già protagonisti di atti violenti».

Sul tema è intervenuto anche il segretario generale del Sappe, Donato Capece, che ha definito “gravissima e irresponsabile” la condotta del detenuto, sottolineando come la situazione nelle carceri lombarde sia sempre più esplosiva: «Nelle strutture della regione sono rinchiusi quasi 9.000 detenuti e la mancanza di azioni tempestive per chi si rende protagonista di aggressioni è inconcepibile. Chi colpisce un agente colpisce lo Stato, e la risposta deve essere ferma, anche valutando la riapertura di strutture penitenziarie come quella di Pianosa».

Capece ha poi evidenziato i numeri preoccupanti della casa circondariale di Cremona: «Al 31 maggio erano presenti 553 detenuti a fronte di 390 posti disponibili. Di questi, ben 338 sono stranieri. Il 30% della popolazione carceraria nazionale è in attesa di giudizio, un altro 30% è composto da extracomunitari e il 20% da tossicodipendenti: percentuali che a Cremona crescono ulteriormente».

Il Sappe rinnova la richiesta di espulsione dei detenuti stranieri per il prosieguo della pena nei Paesi di origine, e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, vista la presenza crescente di persone con disturbi mentali all’interno delle carceri ordinarie.

Infine, Capece rilancia la proposta di dotare il personale penitenziario di strumenti di autodifesa non letali, come i “flash ball” (fucili a proiettili di gomma già in uso in Francia) e i “bola wrap” (lacci che bloccano le gambe dell’aggressore), per poter contenere situazioni critiche senza dover ricorrere alla forza fisica. «Serve una risposta forte dello Stato – conclude – che non può restare inerme di fronte a questa continua impunità. È tempo di agire».

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