L'ANALISI
L'OPERAZIONE DELLA GDF
11 Giugno 2025 - 10:28
CREMONA - Nell’ambito di articolate indagini istruite dalla Procura della Repubblica di Bolzano e coordinate dal sostituto procuratore Igor Secco, la Guardia di Finanza di Cremona ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e un sequestro preventivo di beni per un valore superiore a 5 milioni di euro. I provvedimenti sono stati emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bolzano, Emilio Schonsberg.
I destinatari della misura cautelare sono un italiano residente in Austria, ritenuto responsabile del reato di riciclaggio (art. 648 bis c.p.) per oltre 20 milioni di euro, e un imprenditore edile della provincia di Brescia, accusato di auto-riciclaggio (art. 648 ter1 c.p.) e di plurimi reati tributari, in qualità di amministratore di fatto di sette imprese edili intestate a prestanome.
Il sequestro preventivo ha colpito complessivamente otto società di capitali e quattro persone fisiche. Sottoposti a vincolo ablativo: 15 immobili, 7 rapporti finanziari, quote societarie e denaro contante per un ammontare superiore a 5 milioni di euro.
Le indagini hanno ricostruito un complesso schema di riciclaggio internazionale attivo tra il 2020 e il 2024. Due italiani residenti in Austria, originari delle province di Padova e Treviso, facevano transitare ingenti somme — oltre 20 milioni di euro — su un conto corrente aperto presso una banca di Bolzano, intestato a una società austriaca a loro riconducibile. Il denaro veniva poi trasferito in altri Paesi esteri, in particolare Austria, Lituania e Repubblica Popolare Cinese. I due “riciclatori” trattenevano il 5% come profitto e l’1% per spese bancarie. Il restante 94% veniva restituito in contanti all’imprenditore bresciano, responsabile dell’evasione di imposte dirette e IVA per oltre 28 milioni di euro attraverso le società intestate a prestanome.
Grazie ad accertamenti bancari e documenti extracontabili rinvenuti durante le perquisizioni nelle abitazioni dell’imprenditore e di uno dei due riciclatori, è stato possibile ricostruire nel dettaglio i flussi finanziari illeciti, le percentuali trattenute e i ritorni in contanti.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il sequestro preventivo ai sensi dell’art. 648 quater c.p. per un totale di 19 milioni di euro: 1 milione relativo ai profitti da riciclaggio e 18 milioni da auto-riciclaggio. A ciò si aggiunge il sequestro ai sensi dell’art. 12 bis del D.Lgs 74/2000 dei profitti derivanti dai reati tributari.
È stata inoltre applicata la normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti (D.Lgs 231/2001), poiché le imprese coinvolte non avevano adottato modelli organizzativi idonei a prevenire i reati tributari contestati: dichiarazione fraudolenta e indebita compensazione di crediti fittizi. Il GIP ha quindi disposto anche il sequestro ai sensi degli artt. 19 e 53 dello stesso decreto.
Durante le operazioni è emerso un ulteriore episodio di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte (art. 11 D.Lgs 74/2000): l’imprenditore bresciano aveva trasferito al figlio quote societarie per un valore superiore a 600.000 euro, corrispondente al patrimonio immobiliare di alcune società. Anche tali beni sono stati sottoposti a sequestro.
L’esecuzione dei sequestri da parte della Guardia di Finanza di Cremona ha consentito il blocco effettivo di 15 immobili, 7 conti e quote societarie, a carico di 4 persone giuridiche e 8 persone fisiche.
In parallelo, le Fiamme Gialle cremonesi hanno rilevato numerose violazioni amministrativo-tributarie a carico delle imprese coinvolte e hanno proceduto al recupero a tassazione dei proventi illeciti ottenuti dall’imprenditore bresciano, ai sensi dell’art. 14, comma 4, della legge n. 537/1993.
In totale, sono state formulate oltre 60 ipotesi di reato a carico di 14 indagati, di cui due sottoposti a misura cautelare, e quattro società per illecito amministrativo ai sensi del D.Lgs 231/2001.
Resta fermo il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, trattandosi di provvedimenti emessi nella fase delle indagini preliminari.
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