L'ANALISI
10 Giugno 2025 - 15:30
MARTIGNANA DI PO - A Palma de Maiorca, il 51enne Andrea Devicenzi ha scritto una pagina nuova nello sport paralimpico. Con una sola gamba e una determinazione fuori dal comune, ha compiuto qualcosa che nessun altro atleta paralimpico aveva mai tentato prima: 24 ore consecutive in bicicletta su pista, raggiungendo il traguardo simbolico dei 500 chilometri con oltre quattro ore d’anticipo, per poi continuare a pedalare fino a totalizzare 602 km e 290 metri. Un’impresa straordinaria. Un simbolo. Un messaggio forte.
Originario di Martignana di Po, Devicenzi non è nuovo alle sfide impossibili. A 17 anni, un incidente motociclistico gli ha portato via la gamba sinistra. Ma non la voglia di vivere lo sport e di spingersi sempre oltre. Calcio, ciclismo, triathlon, cammini: ogni disciplina è diventata per lui un campo di battaglia e rinascita. Oggi è atleta, formatore, performance coach. Un riferimento per chi crede che i limiti siano fatti per essere spostati.
Sabato, ore 12 parte ufficialmente la sfida. Devicenzi gira al velodromo di Palma de Maiorca come un metronomo, con regolarità e grinta. Alle 7.41 del mattino di domenica ha già raggiunto l’obiettivo minimo di 500 km. Ma non si ferma. Va oltre. Alla fine, il cronometro segna 602,5 km. In sella per un giorno intero, solo con la forza di una gamba, e con quella di una visione. Al termine, con il cuore ancora pieno di gioia, ha raccontato così la sua impresa: «Eccomi qui, all’indomani della mia impresa sportiva più dura, più folle, più vera. 602,5 chilometri in 24 ore! Con una gamba sola! Un record del mondo, anzi, 10 record del mondo, ma prima ancora un’esperienza che mi ha scosso dentro, nel corpo, nella mente, nell’anima. Sono stato in sella per un giorno intero, dentro un turbinio di emozioni, pensieri, dolori, speranze. A ogni ora, a ogni chilometro, ho imparato qualcosa. Su di me, sulla fatica, sulla tenacia, del quando 'vorresti mollare', ma fai un altro giro di velodromo, 250 metri, ma che sommato agli altri, costituiscono un record. E adesso, a distanza di poche ore, faccio ancora fatica a raccontare tutto ciò che è accaduto. Ma sento una cosa con forza: è successo qualcosa di grande, e non solo per me. Non esistono imprese individuali. Dietro ogni sogno realizzato c’è una squadra silenziosa e potente, fatta di amici, famiglia, sponsor, professionisti, volontari, sguardi, parole, strette di mano. A voi va il mio primo e più profondo grazie. Non mi sono mai sentito solo! Mai! Ora che il record è scritto, resta una certezza. Esistono molte forme di follia. C’è chi, con una gamba sola, pedala per oltre 600 km… e c’è chi, ancora più folle, lo supporta fino alla fine. E ora? Ora si torna sulla strada, nelle scuole, nelle aziende, nelle comunità. Perché questa impresa non è solo un traguardo, ma un messaggio: tutti abbiamo dei limiti. E tutti possiamo superarli».
Devicenzi non è solo un atleta. È un uomo che ha trasformato la perdita in una leva per costruire. Oggi lavora con persone, aziende, scuole, team sportivi, aiutandoli a scoprire le proprie risorse interiori. La sua missione è ispirare e formare, passo dopo passo, come si fa in una lunga corsa di resistenza. La 24 ore non è finita con lo stop del cronometro. Continua oggi, nelle storie che Andrea racconta e in quelle che aiuta gli altri a scrivere. Perché, come dice lui, «questa impresa non è solo un traguardo, ma un messaggio».
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