L'ANALISI
06 Giugno 2025 - 18:54
Il gatto persiano
CREMONA - Un gatto persiano, 1.500 euro il prezzo della vendita online e il sospetto di una truffa. Sono questi gli elementi esaminati oggi in aula dal giudice a seguito della denuncia presentata dalla presunta vittima, una 46enne toscana che aveva visto l’annuncio per il felino online, su un sito specializzato. Ma oggi, in aula, l’accusa di truffa è caduta perché, ha stabilito il tribunale, «il fatto non sussiste».
A finire sul banco degli imputati una donna, titolare con il marito di un allevamento nel Cremonese che pubblicizzava i micetti su varie piattaforme online. A rappresentarli c’era la legale Romina Conti. Tutto era cominciato online, sui siti specializzati per chi cerca un amico a quattro zampe. Amico speciale, considerando che per il felino persiano il prezzo era di 1.500 euro. Oggi in aula è stato sentito, prima della pronuncia della sentenza, il marito dell’imputata: insieme alla moglie gestisce l’allevamento finito al centro della presunta truffa.
«Ma noi non abbiamo provato a truffare nessuno». Dopo un primo contatto via mail e gli accordi per l’acquisto la donna aveva versato una caparra da 200 euro. Poi giorni di silenzio «abbiamo avuto un guasto al pc di casa e questo ci ha impedito di rispondere per qualche giorno». Così la donna si è insospettita e, quando ha trovato altri annunci relativi al gatto che avrebbe dovuto ricevere su altri siti, si è convinta di essere stata truffata.
Così ha contattato nuovamente l’imputata e suo marito per chiedergli indietro i duecento euro di caparra e accusandoli di volerla truffare. «Ma noi le abbiamo risposto, abbiamo provato a spiegarle. Continuava a dire che il gatto non c’era, che eravamo dei truffatori. A quel punto le ho mandato anche un video dell’animale per convincerla ma non è servito a nulla». E così la donna ha presentato una querela per tentata truffa, mentre i due coniugi, oggi scagionati dalle accuse, hanno trovato casa al micio da un altro cliente.
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