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POLITICA. NOVITÀ AL CENTRO

‘Noi moderati’: il battesimo di Gelmini

L’ex ministro azzurro: «Avevo creduto nel Terzo polo, imploso nello scontro Renzi-Calenda»

Gilberto Bazoli

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26 Maggio 2025 - 20:27

‘Noi moderati’: il battesimo di Gelmini

Giorgio Everet, Alessandro Colucci, Simone Beretta e Mariastella Gelmini

CREMONA - Sono la quarta gamba del centrodestra. Fanno professione, seppur con toni critici, di europeismo. Hanno l’ambizione di rafforzare il centro e, così facendo, anche se stessi. In una sala eventi di SpazioComune gremita di volti noti e meno noti della politica locale, approda ufficialmente a Cremona Noi moderati, fondato dall’ex ministro Maurizio Lupi. Alla guida della formazione due amministratori pubblici navigati come Simone Beretta, ex Italia Viva, e Giorgio Everet, proveniente da Forza Italia, nominati rispettivamente commissario provinciale e commissario cittadino.

La nascita è stata tenuta a battesimo da Mariastella Gelmini, che ha aderito a Noi Moderati dopo aver militato, ai massimi livelli, sia in Forza Italia sia in Italia Viva. «Siamo qui per un nuovo inizio, per non rassegnarci alla frammentazione del centro. Avevo creduto nel terzo Polo ma lo scontro tra Matteo Renzi e Carlo Calenda ha fatto implodere quel progetto», ha detto l’ex ministro all’Istruzione. «Nel nostro simbolo è ritratto un ponte, il ponte verso l’Europa, anche se oggi arranca rispetto alle questioni internazionali e manca una difesa comune».

Poi, pur senza nominarla, un messaggio in bottiglia alla Lega: «Chi crede che l’Italia possa farcela da sola è fuori dalla realtà. Noi Moderati intende riaffermare il primato della politica anche sulla tecnica, ma intendiamo farlo con un’impronta identitaria molto forte e ancorata al cattolicesimo liberale. Chi viene da questa tradizione non può avere a che fare con la Schlein che ha scelto le posizioni della Cgil».

Gelmini ha continuato esprimendo «l’augurio che Calenda venga nel centrodestra, noi lo abbiamo capito da un po’» e ripetendo: «Vogliamo costruire un partito che non ha paura di richiamarsi alla cultura democristiana, che vuole aprirsi a sensibilità diverse, anche al civismo e alle liste civiche». Un partito che «vuole dare centralità a questa città. Cremona e la sua provincia non possono più essere confinate alla periferia dell'impero».

Di Cgil, della sinistra e dei prossimi referendum ha parlato anche il coordinatore regionale, Alessandro Colucci. «È più che legittimo che il centrodestra si sia dichiarato per l’astensione. Noi, abbiamo scelto la strada di andare a votare e votare no».

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