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CREMA. IL POST

Diffamò il sindaco, condannato a sette mesi

Pubblicò insulti e minacce dopo l’apertura di Stefania Bonaldi sulle famiglie arcobaleno

Francesco Gottardi

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fgottardi@cremonaonline.it

21 Maggio 2025 - 19:43

Diffamò il sindaco, condannato a sette mesi

CREMONA - «Quei commenti, pubblicati su Facebook, superavano ogni limite della libertà di espressione e furono diffamatori». F.H., 24enne del cremasco, è stato condannato a 7 mesi (con sospensione della pena) e al pagamento di 3.000 euro come provvisionale per danni per aver diffamato su Facebook l’allora sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, nel 2020.

Nel settembre 2020, il 24enne aveva scritto: «Sto pensando al sindaco di Crema che dovrebbe dimettersi da quanto fa schifo a rovinare la vita a dei bambini appena nati», accompagnando il messaggio con minacce e insulti. Commenti irripetibili che alternavano il turpiloquio sessista alle esplicite minacce e auguri di morte. Una furia da leone da tastiera scatenata in riferimento alla decisione di Bonaldi di iscrivere all’anagrafe i figli di coppie omogenitoriali, una scelta che aveva suscitato polemiche in città.

In quel periodo, luglio del 2020, la sindaca aveva condiviso sui social uno scatto che la ritraeva insieme a un bambino subito dopo la registrazione all’anagrafe con cui era stato ufficialmente riconosciuto come figlio delle sue due mamme. «La loro è una delle tante famiglie che non vivono a Crema — aveva spiegato la sindaca – ma arrivano nel nostro Comune perché nelle loro città di residenza non è possibile iscrivere i figli all’anagrafe».

Nel commentare, allora, la sua scelta Bonaldi aveva aggiunto che la società civile è sempre mille passi avanti rispetto alla politica e bisogna aprire un serio dibattito su questi temi, perché i diritti non vanno mendicati, ma solo riconosciuti, specie quando si tratta di minori». La principale preoccupazione di Bonaldi era quella di tutelare i bambini, garantendo loro la possibilità di fare affidamento su entrambi i genitori e non solo su quello biologico: «Qui non si tratta di speculazioni filosofiche prima del concepimento, ma di bambini in carne e ossa, che già esistono. Nel caso in cui vengano ricoverati in ospedale, per esempio, ci sono reparti in cui è consentito l’ingresso solo ai genitori. Cosa dovrebbero fare le famiglie? Affidarsi al buon cuore dell’operatore sanitario di turno?». Oggi la ex sindaca, parte civile nel processo, ha rivendicato la scelta: «I diritti valgono per tutti».

Per l’imputato il pm onorario aveva chiesto 9 mesi, ma oggi il giudice ha ridotto la condanna. L’avvocato di Bonaldi, Abdoulaye Mbody, ha sostenuto che «si è travalicato il confine tra critica politica e diffamazione», mentre la difesa dell'uomo, l’avvocato Silvia Farina, ha cercato di sostenere che «non è certo che fosse l’uomo l’autore del post». Ma la tesi non ha retto e il giudice ha condannato il 24enne che non era nuovo a simili accuse. Nell’ottobre 2024 un altro processo lo aveva visto imputato per la diffamazione di un vigile urbano. In quell’occasione però l’uomo era stato assolto perchè non c’erano sufficienti elementi per provare la responsabilità dei messaggi offensivi.

La condanna di oggi conferma però la responsabilità per l’attacco alla ex sindaca, considerato oltre i limiti della libertà di espressione.

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