L'ANALISI
13 Maggio 2025 - 18:29
CREMONA - Si potrebbe definire un ‘ribaltone’ (prendendo a prestito un termine dalla politica) quello che hanno decretato le urne della società canottieri Flora, che domenica si è riunita in assemblea. Un gruppo di candidati si è presentato unito e coeso: sono stati eletti tutti e sei i componenti e Aristide Arcari, il più votato del gruppo si dichiara «molto soddisfatto del risultato ottenuto». A questo punto alla Flora potrebbero aprirsi nuovi scenari, il consiglio uscente non ha più la maggioranza.
È vero che per consuetudine viene eletto il candidato che ha preso più voti, in questo caso Marzio Busseti (consigliere uscente e vicepresidente) 457 preferenze, seguito subito dopo da Arcari con 406, ma il gruppo vincitore ha i numeri per eleggere proprio quest’ultimo, visto che il consiglio è formato da nove membri. Anche questa volta però la tradizione potrebbe essere mantenuta: non è da escludere infatti che il ‘gruppo dei sei’ potrebbe votare Busseti, che spiega: «Io ho già dato la mia disponibilità a ricoprire la carica» e le voci che circolano in società vogliono che qualche contatto ci sia già stato.
Una sorta di continuità, un passaggio di testimone soft, in un momento in cui tutte le società canottieri stanno riflettendo sul futuro e cercano di mettersi al passo con i tempi. Per lunedì prossimo è fissato il primo consiglio da cui uscirà il nome del presidente Flora per i prossimi quattro anni. Un’assemblea molto partecipata, sia come intervenuti sia come votanti, che hanno sfiorato i 900 associati, potevano votare anche i minorenni accompagnati dai genitori o da chi ne ha la tutela, come previsto dalle nuove norme, «un’affluenza mai vista, da che mi ricordi, sono molto soddisfatto - commenta il presidente uscente Pierangelo Fabris, che entra in consiglio ma non potrà fare il presidente comunque, visto che non è previsto dallo statuto un terzo mandato -. Altro motivo di soddisfazione è stata l’approvazione del bilancio all’unanimità, considerando che anche l’assemblea del mattino è stata molto partecipata. Vuol dire che la nostra gestione è stata apprezzata».
L’incontro con gli associati infatti è stato aperto dall’intervento del presidente uscente che ha rivendicato i risultati ottenuti. «Se devo dare uno sguardo al passato e vedere quanto in questi anni è stato realizzato c’è da essere orgogliosi. Con le strutture messe a disposizione degli associati la nostra società è passata da una fruizione relativa ai soli mesi estivi a un utilizzo possibile per tutto l’anno». Il presidente uscente ha anche dato atto «che il risultato, oggi sotto gli occhi di tutti, è stato il frutto di una grande lavoro d’assieme dei vari consigli che negli anni si sono succeduti. Mi preme però mettere in evidenza i tanti traguardi raggiunti».
Poi è arrivato il momento tecnico, con l’esposizione del bilancio consuntivo, come si diceva di fronte alla sala piena, sono state date le cifre, ma Fabris si è soffermato a lungo sulla vicenda Tamoil, ricostruendo tutto l’iter e arrivando ai famosi 70mila euro di risarcimento, diventati 40mila dopo la sentenza di restituzione e la trattativa con l’azienda petrolifera. Inoltre ha spiegato come il consumo di acqua e la raccolta indifferenziata dei rifiuti hanno portato costi ulteriori e ha invitato gli associati a ridurre il consumo e a utilizzare le piazzole ecologiche posizionate in vari punti della società. Il bilancio è stato approvato all’unanimità.
Su cosa succederà adesso alla Flora, Fabris, che da 24 anni ricopre incarichi direttivi della canottieri, non si sbilancia e spiega solo i passaggi burocratici: «Mio ultimo atto da presidente sarà quello di mandare la lettera ai nuovi consiglieri per l’accettazione della carica, poi si riunirà il consiglio che eleggerà il nuovo presidente».
Oltre a Busseti, Arcari e Fabris entrano nel nuovo organo direttivo Emanuel Pedroni, Marco Ferlenghi, Nicolò Dossena, Paolo Monteverdi, Simone Bolsi e Roberto Bodini. Nel collegio dei probiviri sono stati eletti Manuele Lazzarini, Pierlugi ‘Gigi’ Torresani e Francesco Piccioni (non eletto Emilio Zambelli), revisori dei conti Alessandro Corbari, Valerio Ghizzi e Marco Codazzi (non eletto Mario Vescovi).
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