L'ANALISI
10 Maggio 2025 - 17:05
Renato Ancorotti, Raffaella Paita,Pierfrancesco Maran, Fabio Bergamaschi, Paolo Gualandris, Giorgio Cardile
CREMA - «Non dovremmo parlare di mondo globalizzato ma di mondo interconnesso, trovando strade interconnesse che funzionino al meglio per tutti». Ha commentato così Renato Ancorotti, senatore di Fratelli d’Italia, il ruolo sul piano internazionale che l’Italia sta compiendo. La seconda edizione del Festival Ora, dedicato all’Europa, ha dato ampio spazio al dibattito politico perché, come ha ricordato l’assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili Giorgio Cardile, «il confronto politico rappresenta un importante momento per fare sintesi».
L’incontro di questa mattina in sala Pietro da Cemmo, ‘Caos globale: le conseguenze economiche dell’instabilità mondiale e le risposte europee’ ha visto un confronto tra Raffaella Paita (senatrice di Italia Viva), Pierfrancesco Maran (europarlamentare del Partito democratico) e Ancorotti, moderati da Paolo Gualandris (direttore del quotidiano La Provincia di Cremona e Crema). «L’Europa rischia di essere il vaso di coccio in un magazzino di vasi di rame», ha incalzato Gualandris in apertura. Necessario, secondo Paita, un rilancio istituzionale dell’Europa. «Dobbiamo essere onesti: di fronte a un equilibrio mondiale così trasformato e in tensione, senza un’Europa che abbia l’autorevolezza istituzionale per prendere decisioni, non riusciremo a fare nulla. Fondamentale il rilancio degli Stati Uniti d’Europa e agire velocemente».
Maran si è detto preoccupato per l’Europa: «Siamo dentro a dei processi globali che ci coinvolgono, anche dal punto di vista comunicativo. Se crediamo all’Europa come contesto politico, dobbiamo distanziarlo da chi governa. Quello che oggi mi preoccupa dell’Europa è il fatto che dobbiamo fate ancora metà del percorso e abbiamo scarsa capacità di mettere a terra ciò che manca». Assetto internazionale, dunque, ma anche sviluppo di un piano industriale, regolamentazione degli algoritmi, azioni a supporto dell’industria e del comparto artigiano sono stati i temi cardine, che hanno guidato il dibattito.
«Oggi le imprese italiane, così come il comporta artigiano, hanno la necessità di essere ottimisti. La resilienza però non basta, hanno bisogno di qualche impulso di fiducia», ha ricordato Ancorotti, anche attingendo alla sua esperienza imprenditoriale. Maran ha sollevato il tema del ruolo dell’attuale configurazione dei mezzi di comunicazione nello spazio della vita democratica. «Dobbiamo considerare i tempi con cui agisce la democrazia. Qual è il modo in cui si reagisce a un’ingerenza della comunicazione al costrutto dell’elezione democratica? Si devono allenare le istituzioni di controllo per garantire la par condicio».
E poi la cultura, con l’urgenza di valorizzarne il ruolo sullo scenario internazionale ma anche di investire, come ha ricordato Paita, per formare la nuova classe dirigente: «Dobbiamo creare una generazione di giovani con intelligenze critiche e reattive, capaci di giocare la partita europea al pari degli altri stati». «In questa Europa dobbiamo fare il possibile per unire i Paesi, anche dal punto di vista culturale» ha aggiunto Ancorotti. «Il rispetto è quello che eviterebbe tantissime cose. Non esistono avversari politici, esistono persone che la pensano in modo diverso da me». «Il più grande anticorpo all’influenza negativa delle autocrazie è lavorare sull’aspetto culturale di questo continente» la conclusione di Paita.
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