L'ANALISI
LA NOSTRA SALUTE
10 Maggio 2025 - 08:30
(Foto IA)
CREMONA - Bastano appena cinque scottature tra i 15 e i 20 anni per aumentare dell’80% il rischio di melanoma. È il dato inquietante che emerge dall’American Academy of Dermatology, rilanciato in Italia da Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma dell’Istituto Pascale di Napoli, in occasione del mese della prevenzione del melanoma. Un tumore che colpisce soprattutto i giovani e la cui incidenza nel nostro Paese è quasi triplicata negli ultimi vent’anni: da 6.000 casi annui nel 2004 a oltre 17.000 stimati nel 2024.
“La pelle conserva la memoria delle scottature subite nell’infanzia e nell’adolescenza – spiega Ascierto –. L’esposizione ai raggi UV danneggia il DNA cellulare e può innescare processi tumorali anche a distanza di anni”. Eppure, nonostante campagne informative e raccomandazioni, molti italiani continuano a esporsi al sole con superficialità, ignorando rischi concreti.
Ecco i sette errori più comuni:
Credere che esista un’abbronzatura sicura: l’abbronzatura è comunque una reazione di difesa della pelle al danno solare.
Pensare che la protezione solare basti da sola: nessuna crema garantisce protezione totale.
Saltare la crema se si ha la pelle scura o già abbronzata: anche chi ha fototipi alti può scottarsi e sviluppare tumori cutanei.
Usare creme dell’anno precedente: dopo 12 mesi, se non conservate bene, le protezioni solari perdono efficacia.
Esporsi di più se è nuvoloso o ventoso: i raggi UV passano anche attraverso le nuvole.
Non usare occhiali da sole con filtro UV: il melanoma può colpire anche gli occhi.
Affidarsi ai doposole per “riparare” i danni: non curano il DNA danneggiato, ma solo leniscono la pelle.
Secondo Ascierto, quasi nove melanomi su dieci potrebbero essere evitati con una corretta prevenzione. Ma servono regole chiare, attenzione costante e consapevolezza dei rischi, anche nei giorni in cui il sole sembra nascosto.
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