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Giubileo dei bambini, la messa del vescovo: «Avere il Papa significa avere la vicinanza di Dio»

Celebrazione di monsignor Napolioni con i piccoli: «Questa Eucarestia ha un tono speciale di gioia, di gratitudine, di implorazione»

Gianpiero Goffi

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redazione@cremonaonline.it

09 Maggio 2025 - 15:55

Giubileo dei bambini, la messa del vescovo: «Avere il Papa significa avere la vicinanza di Dio»

CREMONA - «Questa Eucarestia ha un tono speciale di gioia, di gratitudine, di implorazione. Avere il Papa significa avere la vicinanza di Dio per la Chiesa e per il mondo; uno per tutti, uno che diventa segno di unità per tutti. La nostra preghiera va al di là dei pensieri, delle parole, delle valutazioni» di queste ore. Così il vescovo Antonio Napolioni ha introdotto stamattina la Messa delle 8 in Cattedrale, concelebrata con i canonici Felice Bosio, Adelio Buccellè e Libero Salini, presenti una trentina di fedeli, e dedicata all'intercessione per il nuovo Pontefice Leone XIV.

«La Chiesa – ha osservato nella breve omelia – ha mostrato vitalità e unità», anche nei tempi ridotti dell'elezione. «Preghiamo per lui perché il suo ministero sia fedele al Vangelo e al bisogno di speranza nel mondo. Più che chiederci se vi sia continuità o non continuità guardiamo alla Parola di Dio, la quale ci dice che c'è sempre un grande cambiamento; ieri sera un uomo ha cambiato nome, come Saulo è diventato Paolo (il brano, appena letto, degli Atti degli Apostoli ne narrava la conversione, ndr), così Roberto è diventato Leone. È la conversione il grande cambiamento a cui tutti sono chiamati, lasciandosi avvolgere, accecare dalla luce di Cristo; non solo un peccatore è chiamato a diventare apostolo, ma anche un apostolo a diventare più apostolo».

«Una possibilità – ha aggiunto il vescovo – il cui nutrimento sta nel grande cambiamento che avviene sull'altare ogni giorno, perché è dall'Eucarestia che provengono l'unità, il perdono, la capacità di ricominciare, la pace, la vita nuova per i piccoli popoli e i piccoli uomini». 

Poco più di due ore dopo hanno riempito festosamente il Duomo, annunciati dal suono del corno (come nella tradizione del Giubileo biblico) e dai canti, gli alunni delle scuole per l'infanzia - le cattoliche Immacolata, Sant'Angelo, Sant'Abbondio, Sacra Famiglia, le comunali San Giorgio e Ferrante Aporti, l'asilo di Castelverde - accompagnati da insegnanti, suore e genitori, per la celebrazione del Giubileo dei bambini; presente anche l'assessore all'Istruzione del Comune di Cremona, Roberta Mozzi, che ha portato il saluto del sindaco e dell'amministrazione.

Spiegando ai bambini, con linguaggio adatto, il significato del Giubileo, monsignor Napolioni, ha preso spunto dalla colorata 'porta santa' preparata dai piccoli, con i loro disegni, all'ingresso della Cattedrale, per ricordare che la Chiesa apre una «porta speciale» a Roma, dove esistono le basiliche di San Pietro e di San Paolo, e dove da ieri c'è di nuovo «un vescovo che tiene uniti tutti i cristiani». «Come si chiama?», ha domandato all'assemblea. Corale la risposta: «Leone».

«Attenzione però - ha ripreso Napolioni – non è “il re Leone” (protagonista di un noto film di animazione), è papa Leone, e non vuole mangiare nessuno. Ha assunto questo nome perché nella storia lo hanno portato molti altri Pontefici: il primo riuscì a salvare Roma da Attila, e gli Attila possono sempre ripresentarsi. Il vescovo di Roma presiede nella fede e nella carità, perché la Chiesa sia unita, poi ci sono gli altri vescovi, anch'essi successori degli Apostoli», uno dopo l'altro: «il Papa è il 267° vescovo di Roma, io sono il 108° vescovo di Cremona. Dunque il Papa e il vescovo sono fratelli, il Papa è il fratello maggiore», che la sera dell'elezione si è presentato «commosso come un bambino, tremante, consapevole della responsabilità enorme che gli è stata affidata e che porterà avanti con l'aiuto di Dio e di noi tutti».

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