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GLI AVVOCATI IN TRINCEA

Dl sicurezza: «Quei reati inutili, blitz del Governo»

Il manifesto dei penalisti che hanno indetto tre giorni di astensione - da oggi a mercoledì — per protestare contro il decreto

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

05 Maggio 2025 - 08:33

toghe avvocati

Micol Parati

CREMONA - Lo slogan: ‘Solo il decreto sicurezza è peggio del disegno di legge sicurezza’. La fotografia, in bianco e nero, di una bocca incerottata. E l’altro slogan: ‘Dl sicurezza, furto con strappo (delle libertà fondamentali)’. È il manifesto dei penalisti che hanno indetto tre giorni di astensione - da oggi a mercoledì — per protestare contro il decreto sicurezza licenziato dal Governo. Ma prima ancora dei contenuti, a mandare su tutte le furie i penalisti è stata «la modalità»: la decretazione d’urgenza. «Una modalità assolutamente inaccettabile e anticostituzionale», sbotta Micol Parati, presidente della Camera penale di Cremona e Crema ‘Sandro Bocchi’.

«La decretazione d’urgenza - spiega Parati — taglia fuori il Parlamento e chi è deputato a fare le leggi che non è il Governo». Un modalità «abusata dal Governo, ma questa volta è stato peggio. Mi vien da dire che il Governo ha fatto un blitz. Peggio, perché il Senato stava discutendo, tra l’altro, una serie di modifiche del ddl. Non si capisce perché il Governo lo abbia fatto, perché se si legge il pacchetto sicurezza, di urgente non c’era niente. Non stiamo parlando di una situazione per cui se non intervieni oggi, qualcuno muore».


Passa ai contenuti, la presidente. Con il decreto sicurezza, nei penitenziari viene introdotto il reato di ‘rivolta in carcere’, con pene aggravate se vi sono armi o feriti. «I reati già ci sono». Le donne incinte tornano in carcere. «Un abominio», tuona Parati. «Prima c’era la sospensione automatica della carcerazione per le donne incinte o madri con figli fino a un anno. Questa norma, lo evidenzio, era stata introdotta dal Codice Rocco del 1930, il codice fascista. Allora, avevano valutato che una donna incinta va tutelata. Nel 2025, il nostro Governo ritiene che non sia meritevole di tutela una donna incinta, mentre lo era in epoca fascista».


Con le nuove norme, vengono puniti i manifestanti e viene rafforzata la tutela dei beni pubblici: chi li imbratta rischia fino a tre anni di carcere e 12mila euro di multa in caso di recidiva. Si è così colpita la protesta degli attivisti «contro l’inerzia della politica sul cambiamento climatico». «Ora, nessuno dice che sia un comportamento corretto, nessuno lo condivide, ma la norma penale è una norma che è prevista come estrema ratio. Non possono sanzionare penalmente tutto. Quei comportamenti è più efficace che vengano sanzionati in altro modo, perché poi, sopra i 4 anni, finisci in carcere».

E qui si apre il grande tema del sovraffollamento. «Andiamo via via ad ingrossare i penitenziari, che sono al collasso. Dall’inizio dell’anno ci sono stati già 22 suicidi. La situazione è veramente intollerabile, noi continuiamo a dirlo. Mi ha fatto specie che tre giorni prima di morire, papa Francesco sia andato a Rebibbia. L’ho trovata una scelta ancora più simbolica, che dimostra come la situazione carceraria sia grave, ma a livello politico non interessa. Parlano di nuove carceri da costruire: ora che finiscono di costruirle, il sovraffollamento sarà talmente elevato che non saranno più sufficienti».


La gente nelle città non si sente sicura. «Ma non siamo insicuri. I dati dicono che i reati sono in calo, che i reati commessi dagli stranieri sono in calo». Non tutti denunciano, però. «Il sommerso c’è sempre stato. Io non voglio dire che non ci siano reati. Ci sono, ma da lì a dire che servono queste norme d’urgenza. La politica parla alla pancia della gente, dice che la situazione tracolla, ma questo non corrisponde alla realtà».


Oggi alle 10, al Palagiustizia di Brescia, si terrà l’assemblea della Camera penale della Lombardia orientale (presidente è l’avvocato Maria Luisa Crotti). «È aperta a cittadini, giornalisti, politici per far capire l’inadeguatezza del Dl sicurezza sia nella forma che nella sostanza. La modalità è anticostituzionale, le norme devi farle nel rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti. Qui, il rispetto della Costituzione non c’è. La gente non sa che l’Italia è appena stata sanzionata dall’Europa per violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta trattamenti inumani o degradanti. Il Governo aumenta le tasse, noi pensiamo che i nostri soldi vengano investiti per la sanità, le infrastrutture e, invece, servono per pagare le sanzioni che ci dà l’Europa».

La sentenza Torreggiani del 2013, è stata la sentenza pilota. «L’Italia era stata condannata a pagare per i trattamenti inumani e degradanti subiti da sette persone detenute per molti mesi in celle triple e con meno di quattro metri quadrati a testa a disposizione. E abbiamo pagato. Questo ci rende sistematicamente in torto». 

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