L'ANALISI
SPAGNA E PORTOGALLO NEL CAOS: LE TESTIMONIANZE DEI CREMONESI
30 Aprile 2025 - 05:30
CREMONA - Di ritorno da una crociera ai Caraibi, venti connazionali sono rimasti bloccati all’aeroporto di Lisbona: un’odissea iniziata proprio con il blackout, che ha provocato la cancellazione del loro volo per l’Italia. Nel gruppo c’è anche Niccolò Poli, cremonese, collaboratore del quotidiano La Provincia e sino al pomeriggio di ieri ancora in Portogallo ad attendere un nuovo imbarco per Milano.
Dopo ore di buio e di comunicazioni impossibili anche a causa dei telefoni ormai scarichi, è riuscito almeno a raccontare l’avventura vissuta: «Partiti da Miami, siamo atterrati a Lisbona per fare scalo. Attorno all’ora di pranzo ci hanno informato che il volo sarebbe stato cancellato e successivamente una comunicazione diramata all’interno dell’aeroporto ha invitato tutti ad andarsene, vista l’impossibilità di decollare. La compagnia aerea ci ha fatto sapere che il disservizio esulava dalle loro competenze e così non ci ha garantito né un hotel né altri comfort. A quel punto abbiamo deciso di raggiungere il centro di Lisbona per cercare una sistemazione per la notte, ma è stato tutt’altro che semplice».
Niccolò racconta che per poter accedere ad un taxi le attese erano in media di due ore, due ore e mezza. Senza considerare l’incremento esponenziale delle tariffe, applicato da alcuni taxisti poco corretti. «Siamo arrivati in città a sera inoltrata e abbiamo iniziato una sorta di ‘processione’ a piedi da una struttura alberghiera all’altra, nel tentativo di trovare una sistemazione per la notte – continua il cremonese –. In questo periodo però in Portogallo ci sono molti turisti e noi eravamo anche senza bagagli, perché erano già imbarcati. In aeroporto, essendo tutto bloccato causa blackout, è stato impossibile prelevarli».
Insieme ad altri gruppi di viaggiatori rimasti bloccati, Niccolò ha anche provato a cercare disponibilità di stanze sulle piattaforme online, sfruttando la poca batteria ormai rimasta sul telefono: «La connessione però era scarsa e così capitava che venisse indicata disponibilità di posti letto, poi negata però dagli albergatori una volta raggiunte le strutture. Alla fine, a tarda ora e in mezzo al buio totale, abbiamo raggiunto un hotel dove gentilmente ci hanno concesso di restare per la notte in reception: non c’erano stanze disponibili ma almeno abbiamo avuto un riparo. So di molte persone rimaste all’esterno dell’aeroporto ad aspettare. In crociera con me c’erano anche famiglie con bambini e per loro immagino che il disagio sia stato ancora più grande».
La corrente elettrica è tornata gradualmente già a partire dalla notte fra lunedì e ieri, ma i problemi lasciati dal blackout proseguiranno ancora per diverso tempo: «Ci hanno spiegato che servirà almeno una settimana per ripristinare tutto – spiega Poli –. Al momento non c’è ancora una spiegazione a quanto accaduto. Ci siamo trovati di fronte a scene che non ci saremmo mai aspettati di vedere: persone che camminavano con le candele, colonne di veicoli e caos sulle strade senza semafori, per non parlare delle comunicazioni in tilt. La mia compagnia telefonica era totalmente senza campo, sono comunque riuscito a comunicare, a fatica, con l’Italia attraverso il telefono di un’altra persona. Ora siamo tornati in aeroporto nella speranza che ci trovino un volo di ritorno: tantissime persone sono ancora in attesa».
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