L'ANALISI
30 Aprile 2025 - 05:05
Una turista in attesa di informazioni
CREMA - Nell’era del ‘sempre connessi’, 12 ore di isolamento e di mancata corrente elettrica non sono solo un disagio: per chi è in viaggio con bambini possono diventare anche un pericolo concreto. Eppure, sorprendentemente, ad insegnare la semplicità e l’adattamento sono stati proprio i più piccoli. È successo in Algarve, Portogallo, dove la cremasca Anna si trova in vacanza in camper insieme a due bimbe di due e cinque anni.
Quando attorno alle 12.30 di lunedì la famiglia ha cercato un ristorante per il pranzo, si è sentita rispondere che non sarebbe stato possibile: «Abbiamo scoperto così del maxi blackout – racconta la cremasca –. Inizialmente si parlava di un disagio di un’ora o due al massimo. Abbiamo camminato un po’ trovando un locale che aveva prodotti freschi e che ha potuto darci qualcosa da mangiare. Subito si è presentato un ulteriore problema: l’impossibilità di pagare con carte e bancomat. Anche gli sportelli Atm per il ritiro erano tutti fuori servizio. Ho visto tante persone che, essendo senza contanti, se ne sono andate da ristoranti e negozi. Siamo ormai tutti abituati a pagare con pos o telefoni cellulari, anche la persona che era con me aveva pochi contanti. Fortunatamente io avevo qualche banconota».
Man mano che passavano le ore, il disagio è diventato sempre più pesante: «I telefoni erano ko ed è stato complicato avvisare a casa. Quando è spuntata qualche ‘tacca’ abbiamo cercato di farlo, per rassicurare le famiglie in apprensione visto il prolungato silenzio. Banalmente c’è stata anche la difficoltà di orientarsi, perché non essendoci connessione internet i navigatori non erano accessibili. Ma anche in questo caso fortuna vuole che, con previdenza, avessi con me una mappa cartacea – continua Anna –. Le bambine? Molto tranquille, loro praticamente non si sono accorte di nulla: hanno vissuto tutto come una bella avventura. Viaggiare con dei bimbi a seguito, inoltre, significa avere di tutto con sé e questa è stata un’ulteriore fortuna. Al ritorno in camper infatti avevamo cibo, acqua e tutto il necessario. Utilizzando la batteria del mezzo abbiamo anche potuto usufruire del fornellino e ricaricare i telefoni, mancava però la benzina: eravamo in riserva e tutti i distributori erano fuori servizio». Anna spiega che si sono invano formate lunghe colonne di veicoli alle pompe di rifornimento, mentre sulle strade la circolazione era in tilt a causa del mancato funzionamento dei semafori.
«Ad essere nella disperazione totale erano gli esercenti – conclude –, perché restare senza frigoriferi per così tante ore ha provocato loro un grande danno economico». Ora la vacanza può proseguire e, oltre alle immagini di luoghi paradisiaci, lascerà un ricordo insolito: «Migliaia di persone in giro senza utilizzare i telefoni cellulari, sembrava quasi surreale».
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