L'ANALISI
29 Aprile 2025 - 05:15
SORESINA - «Sentirsi a casa significa provare un senso di appartenenza, poter essere se stessi senza timori né maschere, costruire legami profondi e sentirsi accolti nonostante le differenze. Per me, il campo della Soresinese Calcio è sempre stato tutto questo. Lo era quando ci sono arrivato a 12 anni, lo è ancora oggi che sono adulto».
Con queste parole Gurpinder Singh – per tutti semplicemente Gurpy – racconta il legame indissolubile con il paese che lo ha adottato e con una società sportiva che è diventata, per lui, una seconda famiglia. Nato nel 1993 nello stato indiano del Punjab, Gurpy è arrivato in Italia nel 2002, a otto anni, insieme alla sua famiglia. In India praticava il cricket, ma in Italia il suo destino sportivo prende tutt’altra direzione. Ovvero, si dedica al calcio, uno sport che di fatto occupa gran parte della sua vita.
«A dieci anni ho iniziato a giocare a calcio all’oratorio di Fiesco – racconta Gurpy – non sapevo nemmeno cosa fosse, di quale attività si trattasse. È stato mio padre, insieme al mio primo allenatore Elio, a guidarmi in questo percorso. In due anni sono diventato uno dei più bravi della squadra, tanto che a volte mi allenavo prima di andare a scuola, era nata una autentica passione». Il talento, la disciplina e la voglia di imparare lo portano presto a fare il salto di qualità: a 12 anni viene tesserato dalla Soresinese Calcio. Da quel momento inizia un percorso di crescita costante. Gioca spesso sotto età, distinguendosi già tra gli Esordienti, nei Giovanissimi Provinciali e Regionali. Ma è a soli 16 anni che arriva il traguardo più prestigioso: l’esordio in prima squadra, nel campionato di Promozione.
«Mi ritengo fortunato – dice oggi Gurpy con gratitudine – perché ho sempre trovato dirigenti e allenatori che mi hanno sostenuto e valorizzato. È questa l’essenza della Soresinese Calcio: una società seria, che si prende cura dei propri ragazzi, li fa crescere come atleti ma anche come persone». Una società con radici profonde nel territorio, l’U.S. Soresinese nasce il 31 dicembre 1914, con il nome Fortes in Bello. Solo dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1945, assume l’attuale denominazione. Una lunga storia calcistica, ricca di partecipazioni ai campionati dilettantistici e semiprofessionistici, culminata nel 1976 con la storica vittoria della Coppa Italia Dilettanti e della Coppa Ottorino Barassi, conquistata a Wembley. Nel tempo, la società si è rinnovata, mantenendo però forte il legame con la comunità locale e puntando sui giovani. Un ambiente che ha segnato profondamente anche l’adolescenza di Gurpy.
«All’epoca ero uno dei pochi ragazzi stranieri in squadra, ma non mi sono mai sentito escluso. Persone come Jonni (Renzo Galli, attuale presidente) mi hanno sempre fatto sentire parte di una famiglia. Il calcio mi ha insegnato il rispetto delle regole, dei compagni, degli avversari. L’impegno e il sacrificio sono diventati valori quotidiani, non solo nello sport ma anche nella vita».
Nel 2009, conclusi gli studi, Gurpy sceglie di lasciare il calcio per intraprendere una nuova avventura: quella della cucina. Inizia a lavorare come cuoco in importanti alberghi a cinque stelle, viaggiando tra Inghilterra, Canada e Stati Uniti. Proprio durante un’esperienza a Sirmione, sul Lago di Garda, conosce Maria Zyuzkina, insegnante russa, che diventerà sua moglie nel 2017. Ma il richiamo del calcio, e di Soresina, non lo abbandona mai del tutto. Dopo anni all’estero, Gurpy torna ‘a casa’ per intraprendere una nuova sfida: allenare i più piccoli. Ottiene il patentino da allenatore e inizia a lavorare nel settore giovanile della Soresinese. Oggi segue i gruppi Primi Calci (annate 2016 e 2017) e i Pulcini (annata 2015), affiancato da Gabriele Canevari, giovane talento locale che condivide con lui la passione per l’insegnamento sportivo.
«Allenare i bambini è un’esperienza straordinaria. Negli ultimi anni il numero di ragazzi stranieri è cresciuto molto: il campo è diventato lo specchio di una società sempre più multietnica. Lo sport, in questo contesto, è uno strumento fondamentale di integrazione. Una sfida complessa, ma che affrontiamo ogni giorno con responsabilità e dedizione».
Gurpy vive con Maria e i loro tre figli a pochi chilometri da Soresina. Accanto all’attività calcistica, ha dato vita con la moglie a un progetto ambizioso: ‘Italiano da Favola’. Un’iniziativa che unisce lingua, cultura e viaggi, pensata per chi vive all’estero e vuole scoprire l’Italia in modo autentico.
«Abbiamo creato tour esperienziali nel nord Italia, tra il Lago di Garda, Verona – spiega Gurpy – dove si impara l’italiano parlando, vivendo, assaporando. Il nostro obiettivo è aiutare le persone a superare la paura di parlare una nuova lingua, immergendosi nella cultura, nella tradizione e nella buona cucina». Tra un allenamento e una lezione di cucina, Gurpy continua a costruire ponti tra culture, proprio come ha sempre fatto sul rettangolo verde. La sua è la storia di un’integrazione riuscita, ma anche di un ritorno alle radici. Quelle che, nonostante i chilometri e le esperienze, lo hanno sempre riportato lì dove si è sentito davvero a casa: al campo della Soresinese Calcio.
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