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Assistenti sociali, Comune in affanno: incentivi e supporto psicologico per frenare le uscite

Le dimissioni recenti aggravano la carenza negli uffici di via Manini. In arrivo un bando per riportare l’organico a pieno regime

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

25 Aprile 2025 - 05:10

Assistenti sociali in fuga, il Comune corre ai ripari: bonus e psicologi per salvare i servizi

CREMA - Per far fronte alla carenza di assistenti sociali, tre gli addii più recenti, tutti per diverse scelte professionali, in Comune pensano anche a degli incentivi economici extra contratto nazionale. Nelle prossime settimane l’ente di piazza Duomo emanerà un bando per la sostituzione delle figure che hanno lasciato nei mesi scorsi, in modo da riportare a quota 12 il personale degli uffici di via Manini. Non è un mistero che sul mercato ci siano sempre meno operatori. Di conseguenza non sarà affatto semplice trovare tre candidati idonei.

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«Vogliamo mantenere alto lo standard di qualità del servizio, che ci caratterizza da sempre — sottolinea Anastasie Musumary, assessora al Welfare del Comune —: attualmente e con tutto l’ambito territoriale, stiamo lavorando sulla riorganizzazione dell’assistenza sociale, tenendo appunto presente questo dato di fatto. Purtroppo sono sempre di meno gli operatori disponibili in questo settore: è un problema nazionale. Quei pochi, inoltre, hanno molteplici soluzioni. A livello cremasco, ad esempio, possono andare a lavorare per l’Asst, l’Ats, la Casa di comunità. Abbiamo dei competitor importanti. Per questo, come Comuni stiamo vagliano ipotesi di incentivi che prevedano benefit salariali».

Il contratto degli assistenti sociali è ovviamente nazionale. «I conti comunali sono appesantiti — prosegue Musumary — ma si tratta di investimenti che dovremo prevedere. Tra gli obiettivi resta anche quello di continuare con il lavoro di équipe, decisivo per garantire la continuità dell’assistenza. In presenza di un team e tutti sono informati sui singoli casi e nel momento di assenza di un operatore, la presa in carico è assolutamente garantita».

Importante anche continuare a investire sui servizi di supervisione e sostegno agli operatori, previsti per legge e che si avvalgono della presenza di psicologi. Iniziative che rientrano nella prevenzione del cosiddetto fenomeno del burnout, ovvero l’abbandono del campo per stress da parte degli operatori, che crea enormi difficoltà ai Comuni, già alle prese con una cronica carenza di personale in questo settore. L’amministrazione ha da poco finanziato con 13mila euro complessivi la supervisione di psicologi. Affiancheranno il personale con incontri singoli e di gruppo. Nei mesi scorsi erano già stati destinati a questa finalità 41mila euro, con una prima serie di incarichi. I percorsi di supervisione degli specialisti hanno come oggetto i principali fattori che incidono sul burnout, a partire dal rapporto tra operatori e persone beneficiarie degli interventi messi in campo: disabili, anziani e altri soggetti in difficoltà. Insomma, anche coloro che aiutano chi soffre e vive quotidiani problemi sociali, economici e di salute, hanno bisogno di una mano. Il lavoro è sempre più stressante, i casi e le complicazioni sono cresciuti in maniera esponenziale negli ultimi anni, anche in seguito a un incremento delle povertà e delle condizioni di disagio dovuto alla pandemia. Questo insieme di fattori mette alla prova chi ogni giorno si spende per gli altri e porta diversi operatori dei servizi sociali a decidere di abbandonare, cercando alternative meno stressanti.

Lo psicologo supervisore analizza le loro scelte professionali, individua problemi e criticità, per arrivare poi alla condivisione delle conoscenze e alla ricerca di metodi e di percorsi possibili per la loro risoluzione.

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