L'ANALISI
23 Aprile 2025 - 19:10
SORESINA - Non era un commercialista, era ‘il’ commercialista per la Città della Tettoia. E la ‘c’ era maiuscola. Poche persone possono vantarsi di aver rappresentato un’icona per oltre diecimila persone, contando il circondario. Sicuramente Attilio Cella è fra queste. Dopo 78 pagine di storia, ne è stata strappata una. Ma era negli annali della città.
Personaggio di spessore e cultura, non negava giovialità e sorrisi ma emanava un’aura di autorevolezza dovuta alla sua grande caratura. «Abbiamo pianto, ci siamo sentiti più che tristi. Direi un po’ orfani… Comprensivo e sensibile, è stato il miglior capo di sempre. Non è affatto scontato».
Se a ricordarlo così, quando non ci sono elogi o promozioni in gioco, sono i dipendenti e un motivo ci sarà. Ecco perché non stupisce che lo faccia anche il collega, rivale di mercato, e vicesindaco Roberto Rava, non solo come amministratore ma anche commercialista e come soresinese: «Professionista e persona nota, degna di stima immensa. Per ognuno di noi un esempio. Sincera la nostra vicinanza alla famiglia e il profondo cordoglio, grande perdita». Al coro luttuoso, cui si associano sindaco e consiglieri, si unisce anche l’opposizione di Laura Galbignani con Rinnova Soresina. Il consigliere ed ex primo cittadino Diego Vairani: «La comunità è sconvolta. Ho avuto l’occasione di conoscerlo al di fuori del contesto professionale, persona di straordinaria sincerità e umanità».
Con orgoglio ha lasciato le redini dell’attività al figlio. Per i dipendenti e i collaboratori, quasi trenta e tutti sempre trattati come figli, un dolore incolmabile. Domani mattina l’ultimo saluto.
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