L'ANALISI
23 Aprile 2025 - 05:20
SESTO - «Caro Jack». Scrive una canzone per il nonno che non c’è più e vince il primo premio al concorso nazionale di Igea Marina. Mica male come inizio di una potenziale carriera perché lui, Leonardo Ardoli, ‘Leo’, ha solo vent’anni. Oltre a cantare e a suonare la chitarra e la tastiera studia mediazione linguistica e criminologia all’Università di Brescia ed è il classico figlio d’arte.
Suo padre Massimo, maestro liutaio, oltre a dirigere il Sixth Pop Gospel Choir di Sesto, è anche un valente chitarrista attivo in diverse band del territorio, dunque noto e conosciuto nell’ambiente. L’anno scorso a fine agosto a 95 anni suonati è mancato ‘nonno Jack’, al secolo Angelo Ardoli, per tutti Giacomino, uomo di fiducia del commendator Gianni Zucchi e protagonista di una storia di vita ricca di innumerevoli aneddoti e dunque degna di un romanzo.
Leo, che prende lezioni di canto da Luca Scontrino al TeatroDanza di Paola Posa a Cremona, ha voluto ricordarlo con un pezzo in inglese del quale ha scritto anche la musica. Parole che sono state poi tradotte in italiano da Simone Bodini. A Scontrino il lavoro è piaciuto molto e lo ha iscritto insieme ad altri due allievi al ‘Videofestival Live’ proposto da anni nella cittadina romagnola per cercare nuovi talenti. Dopo aver superato una prima selezione a Cremona Leo è approdato al Teatro Astra di Igea dove una giuria di esperti alla fine lo ha spinto sul gradino più alto del podio nella sezione ‘artisti cantautori’.
«È un pezzo che ho scritto di getto – racconta Leonardo - nei giorni successivi alla morte di mio nonno; mi sono messo lì e ho annotato le mie emozioni, i ricordi e i momenti che lui preferiva come quelli con il bicchiere in mano, perché si stava tutti insieme e lui amava stare in mezzo alle persone».
Confessa Leo: «Ho partecipato al concorso senza alcuna pretesa e solo per fare esperienza e proprio per questo non avrei mai immaginato di vincere; gli addetti ai lavori hanno apprezzato la mia voce, il fatto che mi sono accompagnato da solo con la chitarra e naturalmente il testo, ero particolarmente emozionato perché era la prima volta che mi esibivo davanti ad una giuria, ma nello stesso tempo non avevo alcuna aspettativa, mentre invece so che altri concorrenti sono abituati a partecipare a queste sfide perché hanno ben altre mire, come quella di arrivare a programmi come X-Factor o Amici, tanto è vero che ho visto cantanti già accompagnati da discografici e impresari, cioè gente del mestiere. Io invece, lo ripeto, ho partecipato solo per provare a vedere com’è questo mondo perché se non lo faccio a vent’anni non lo faccio più».
Conclude Leonardo: «Quando hanno fatto il mio nome come vincitore sono rimasto contentissimo anche se non credevo di farcela perché c’erano comunque concorrenti molto bravi che hanno proposto cover e non inediti come il mio e con voci formidabili, davvero un ricordo stupendo che porto dentro di me».
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