L'ANALISI
15 Aprile 2025 - 19:31
Una sala del Museo della Stampa di Soncino
SONCINO - Un gesto simbolico ma potente, capace di accendere una riflessione profonda e capace di far discutere tra le mura di uno dei luoghi culturali più significativi del borgo. È la proposta avanzata dall’ex primo cittadino di Soncino, Francesco Pedretti (nella foto in basso), in una lettera inviata al suo successore Gabriele Gallina per chiedere un segno concreto contro il «genocidio» dei gazawi.
Il documento, firmato ‘per il gruppo promotore’ e senza simboli di partito, arriva in un momento drammatico del conflitto armato tra Israele e terroristi e propone un’iniziativa dal forte impatto visivo e morale denunciando le vittime tra i civili palestinesi della Striscia. «Come cittadini profondamente turbati e increduli di fronte alla tragedia umanitaria in corso a Gaza, sentiamo l’urgenza di proporre un gesto simbolico ma potente, che possa rappresentare la voce della nostra comunità e la sua sensibilità storica e morale», scrive l’ex leader del Carroccio, rivolgendosi alla fascia tricolore.
Il cuore della proposta ruota attorno a un parallelo tanto amaro quanto eloquente. All’interno del Museo della Stampa, accanto ai cassetti che custodiscono i caratteri tipografici in piombo dell’alfabeto ebraico, gli stessi utilizzati nel 1488 a Soncino per stampare la prima Bibbia completa con segni vocalici in ebraico, Pedretti propone di aggiungerne uno nuovo. Ma non con lettere o simboli, bensì con proiettili in piombo di vario calibro. Esagerato? Forse, forse no. D’impatto? Di sicuro.
«Un parallelo amaro, ma eloquente, tra la parola che costruisce e la violenza che distrugge», scrive. Una contrapposizione che punta dritta al cuore del significato della cultura e della stampa come strumenti di pace e conoscenza. L’appello, tuttavia, va oltre: tra le richieste, anche la chiusura temporanea del tempio culturale di via Lanfranco, listando a lutto l’ingresso «fino alla cessazione del genocidio». Un invito forte, pensato per stimolare coscienza e responsabilità, e per ricordare che la cultura non può rimanere neutrale di fronte alla tragedia, qualunque sia la parte che decidiamo di sostenere. Pedretti peraltro, nella sua lettera, non ignora la complessità della situazione e non banalizza, citando infatti anche il dolore provocato dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre. «Se ci fosse una forma altrettanto significativa per ricordare anche il sangue innocente delle vittime del 7 ottobre 2023 – scrive – saremmo i primi a sostenerla».
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