L'ANALISI
GUARDIA DI FINANZA
15 Aprile 2025 - 10:37
CREMONA - Nell'ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Brescia, il Gruppo della Guardia di Finanza di Cremona ha eseguito un provvedimento cautelare disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Brescia, colpendo quattro società di capitali e tre persone fisiche. Sono stati sequestrati quattordici immobili, sei autovetture, tredici rapporti finanziari con saldi attivi per circa 250 mila euro e 19 mila euro in contanti, per un valore complessivo stimato superiore a un milione e mezzo di euro.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha applicato la misura cautelare del sequestro preventivo ai sensi degli articoli 321 del codice di procedura penale e 12 bis del Decreto Legislativo 74/00, convalidando il provvedimento d'urgenza emesso dalla Procura. Ciò è avvenuto alla luce dei gravi indizi emersi dalle indagini circa l'esistenza di un'associazione per delinquere composta da tre imprenditori edili di Castelcovati (Brescia).
Tali imprenditori avrebbero gestito tre società intestate a prestanome compiacenti, con sedi legali fittizie a San Bassano (Cremona), Crema (Cremona) e Pistoia, impegnate nell'emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti al fine di indebitamente compensare crediti IVA fittizi per il versamento delle ritenute IRPEF e dei contributi previdenziali dovuti sui salari degli operai edili. Le suddette aziende sarebbero state utilizzate come "serbatoi di manodopera", fornitrici delle maestranze alla società "sana" del gruppo ubicata a Castelcovati, mediante fatture per operazioni inesistenti, aggirando in tal modo le regolamentazioni previste dal Decreto Legislativo 276/2003 e violando i limiti del Decreto Legislativo 81/2015. In sostanza, le imprese somministranti, prive di reale consistenza aziendale, erano gestite dalla società ricevente.
L'attività investigativa, originata dai controlli fiscali su due imprese cremonesi, ha permesso di ricostruire le condotte illecite realizzate dal sodalizio dal 2020. Si tratta di fatture per operazioni inesistenti per circa 7 milioni di euro (con 4,8 milioni oggettivamente inesistenti e 2,2 milioni soggettivamente inesistenti), indebita compensazione di crediti d'imposta inesistenti per 600 mila euro, illecita somministrazione di 339 lavoratori dipendenti dal 2021 al 2023, comportando sanzioni amministrative per circa 850 mila euro. Le tre imprese sono state sottoposte a Liquidazione Giudiziale dal Tribunale di Brescia.
Le indagini hanno evidenziato comportamenti di bancarotta fraudolenta patrimoniale relativi a una distrazione di beni aziendali stimata in 1,4 milioni di euro, parte dei quali sarebbero stati utilizzati per auto-riciclaggio attraverso l'acquisto di orologi di lusso presso un'orologeria di Montecarlo. È altresì emersa la mancanza di adozione di modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire reati di natura fiscale e fallimentare, con conseguente applicazione delle sanzioni previste dall'articolo 25 quinquiesdecies del Decreto Legislativo n. 231/2001 in materia di responsabilità degli enti per illeciti amministrativi dipendenti da reato.
La Procura di Brescia ha emesso l'avviso di conclusione delle indagini ex art. 415 bis c.p.p., contestando i reati di associazione per delinquere (art. 416 c.p.), bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale (artt. 322, comma 1,326 e 329 comma 2 lettera b) del Decreto Legislativo 14/2019), auto-riciclaggio (art. 648 ter-1 c.p.), emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8 del Decreto Legislativo 74/00), dichiarazione fraudolenta (art. 2 del Decreto Legislativo 74/00) e indebita compensazione di crediti inesistenti (art. 10 quater, comma 2, del Decreto Legislativo 74/00). Infine, si precisa che gli elementi probatori sono stati raccolti nella fase di indagine preliminare e, in attesa di giudizio definitivo, vige la presunzione di innocenza.
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