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In cerca di silenzio e sapori veri: la Pasqua riscopre le campagne

Fuori dai circuiti affollati, cresce il richiamo di luoghi autentici dove mangiare bene e sentirsi a casa. La scelta di molti passa dall’orto al piatto, nel segno della condivisione e dell’identità locale. L’esempio del Mulin Visconti di Castelleone

Claudio Barcellari

Email:

cbarcellari@laprovinciacr.it

13 Aprile 2025 - 05:10

In cerca di silenzio e sapori veri: la Pasqua riscopre le campagne

L’agriturismo Mulin Visconti di Castelleone

CASTELLEONE - Pasqua chiama agriturismo anche quest’anno: saranno migliaia i lombardi in fuga dal caos cittadino per trovare riparo nella natura, all’insegna del turismo ‘slow’. Il motto: qualità, genuinità, territorialità.

Secondo gli addetti del settore, si prospettano giorni di lavoro intenso. Lo racconta Angelo Domaneschi, chef dell’agriturismo castelleonese ‘Mulin Visconti’, per cui le richieste sono state più delle disponibilità: «Per Pasqua avremo una clientela nutrita, sia da Cremona che dai grandi centri urbani (Milano e Brescia in particolare). Quella delle ferie pasquali è un’occasione unica, in particolare quest’anno con il 25 Aprile alle porte: abbiamo notato che, soprattutto dopo la pandemia, il desiderio di spostarsi è cresciuto».

agriturismo

Chi sceglie di trascorrere la Pasqua in agriturismo, con i prodotti locali in tavola, cerca raccoglimento e qualità.
«La domanda è collegata ad una location accogliente – spiega Domaneschi – dove ci si possa sentire a casa. Servizi e ambiente devono essere appaganti. Negli ultimi anni, l’attenzione dei nostri clienti si è rivolta soprattutto alla genuinità del prodotto, per cui il cliente è disposto anche a pagare un po’ di più».

Tant’è che Mulin Visconti, come rivendica Domaneschi, ne ha fatto una bandiera: «Il proprietario segue l’orto, dove coltiviamo zafferano e verdure (verze, insalate, pomodori, zucchine). Produciamo e serviamo i nostri liquori con le erbe ad infusione. Il cliente lo nota, e apprezza».

E così, quella della territorialità è una scelta coraggiosa, ma che alla fine ripaga.
«Gli agriturismi lombardi sono soggetti a restrizioni – spiega lo chef – e devono acquistare da aziende agricole lombarde. Prima si poteva acquistare nelle provincie ‘baciate’ dalla Lombardia, in Veneto e Piemonte. La nuova norma, all’inizio è stata percepita come una mazzata, che inizialmente ci ha spiazzati. Tuttavia, a posteriori, questa difficoltà si è trasformata in una risorsa: in questo modo abbiamo scoperto le eccellenze lombarde, spesso di gran lunga migliori rispetto ai prodotti che acquistavamo in precedenza. Sono le piccole realtà che si trovano ‘con il lanternino’, come si dice a Cremona, ma che fanno la differenza».

Per gestire al meglio criticità e occasioni, gli agriturismi dovrebbero impegnarsi a fare rete: «C’è volontà di fare gruppo con gli altri – conclude Domaneschi – una mano segue l’altra, uno aiuta l’altro e si diventa più forti».

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