L'ANALISI
10 Aprile 2025 - 19:17
La banca rapinata il 10 marzo a Gussola
CASALMAGGIORE - Dal 2008 «risulta utente» del Centro psico sociale «per un disturbo bipolare e gioco d’azzardo psicologico», è scritto nella relazione. A causa della ludopatia, negli ultimi anni, Michela, 75enne campana d’origine, residente a Casalmaggiore, è stata ricoverata almeno un paio di volte e le è stato nominato un amministratore di sostegno. L’anziana ha alternato periodi in cui si è rialzata ad altri in cui nella dipendenza del gioco è ricaduta: «Periodiche gravissime ricadute», soprattutto dal 2020 al 2022.
A gennaio di un anno fa «si è scompensata», ricominciando a giocare compulsivamente, fino a mettersi nei guai. Gli ultimi due guai sono storia di marzo scorso. Lunedì 10 ha fatto una rapina in banca a Gussola: 1.500 euro il bottino. Due giorni dopo, il 12 marzo, mercoledì, ci ha riprovato in un centro estetico di Casalmaggiore: 250 euro di bottino. Due assalti messi a segno con la stessa modalità: ha minacciato di gettare dell’acido contenuto in un flacone. Dopo l’assalto all’estetista, i carabinieri l’hanno arrestata (domiciliari) in un bar di Casalmaggiore mentre giocava alle slot.
Per la doppia rapina, la 75enne sarà processata con il rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica. Oggi il giudice ha accolto l’istanza del difensore, Mimma Aiello, rinviando all’udienza del 15 maggio prossimo per il conferimento dell’incarico a Sergio Monchieri, psichiatria di Brescia. Dopo le 8.30 di oggi, l’anziana è arrivata in Tribunale a Cremona sulla «gazzella» dei carabinieri. Ha atteso che il giudice chiamasse il suo processo. L’avvocato Aiello, con accanto la collega Francesca Carbone, amministratore di sostegno della 75enne, ha prodotto al giudice la relazione aggiornata del Centro psico sociale: un foglio e mezzo in cui si raccontano, in modo riassuntivo, le rialzate e le ricadute nella ludopatia della rapinatrice.
«Da giugno a dicembre 2023, ha mantenuto una situazione psicopatologica di compenso... tanto che si era deciso di chiedere al giudice tutelare la revoca dell’amministratore di sostegno, in quanto la signora si riusciva a gestire». Poi, l’improvviso cambio di rotta. La ricaduta. «Inspiegabilmente si è scompensata ed ha iniziato a giocare compulsivamente, perdendo al gioco una cifra importante e per ottenere prestiti, si è spinta fino alle minacce e all’aggressività». Ne è seguito un nuovo ricovero. Intanto, «si è provveduto a cercare una comunità per il recupero del problema del gioco d’azzardo , ma l’età anagrafica della signora è troppo avanzata».
Il periodo dopo le dimissioni, è stato di «discreto benessere fino a gennaio del 2025, quando in occasione dell’ennesima ricaduta della sua ludopatia, è stata nuovamente ricoverata per comportamenti scomposti, menzogne reiterate e debiti infiniti». Si è presentata a qualche controllo, promettendo di mettersi in riga, che non avrebbe più giocato e accumulato debiti. E, invece, il gioco compulsivo ancora una volta l’ha sopraffatta.
Quando dopo l’arresto, il giudice l’aveva mandata ai domiciliari in attesa del processo, la 75enne aveva farfugliato che avrebbe preferito il carcere. «Adesso, invece, ha paura di andare in carcere - ha spiegato l’avvocato Aiello —. La signora si rende conto di avere bisogno di aiuto. Attorno a lei che è ai domiciliari, c’è una mini rete: la figlia le va a fare la spesa, lasciandogliela fuori dalla porta. Ed è presente l’amministratore di sostegno che le ricarica i soldi sulla tessera. Denaro che le serve appunto per la spesa. Purtroppo, la signora andrebbe curata in una comunità specifica, ma è anziana, come è stato evidenziato nella relazione che ho prodotto. L’età gioca a suo sfavore».
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