L'ANALISI
08 Aprile 2025 - 11:04
Don Primo Mazzolari
BOZZOLO - La Fondazione don Primo Mazzolari promuove anche quest’anno un convegno di studi in occasione della ricorrenza della morte del sacerdote cremonese. L'iniziativa sarà sabato 12 – anniversario della morte avvenuta nel 1959 - dalle 10 in sala civica e sarà dedicata al tema '25 aprile. Don Primo Mazzolari e la Resistenza dei cristiani'.
L’appuntamento vedrà l’intervento di Giorgio Vecchio, ordinario di Storia contemporanea e presidente del comitato scientifico della Fondazione, della senatrice Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi e vicepresidente nazionale dell’Anpi, di Matteo Truffelli, ordinario di Storia del pensiero politico dell’Università di Parma e presidente della Fondazione, moderati da Mariangela Maraviglia, membro del comitato scientifico della Fondazione.
«Non sono necessarie molte parole – afferma Truffelli – per spiegare il senso e l’importanza di ricordare e celebrare, a ottant’anni di distanza, la ricorrenza del 25 aprile 1945, e farlo qui, a Bozzolo, dove don Primo visse il giorno della Liberazione dopo una lunga e trepidante attesa, trascorsa per molti mesi in clandestinità, per non essere catturato dai fascisti e dagli occupanti nazisti.
Ricordare il 25 aprile, infatti, significa fare memoria di un evento che racchiude in sé una molteplicità di snodi decisivi per la nostra storia, per la nostra identità, per definire chi siamo e chi vogliamo essere. La Liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione tedesca, frutto anche di una drammatica lotta per la libertà e per la democrazia condotta con tanti sacrifici da donne e uomini di ogni estrazione sociale e di ogni convinzione politica e religiosa: una lotta a cui anche Mazzolari prese parte, in diversi modi. La pace, giunta al termine di una guerra disumana. Una guerra che ha visto l’orrore dei campi di sterminio e la forza devastante della bomba atomica, una guerra, potremmo dire, che nella coscienza degli esseri umani ha cambiato per sempre il significato della parola pace.
E poi, terzo passaggio cruciale, l’avvio della ricostruzione fisica, economica, politica e morale dell’Italia. Dopo anni di persecuzioni, di soprusi e di violenze era finalmente possibile ritrovare le ragioni di una convivenza pacifica e fraterna. Una riconciliazione che divenne per don Primo una missione non solo civile, ma anche spirituale, e per la quale si spese in maniera coraggiosa, andando, come del resto era solito fare, controcorrente.
Proprio per questo – conclude – ci è sembrato importante, come Fondazione, ricordare il 25 aprile di don Primo, il suo impegno nella Resistenza e per la pacificazione dopo la Liberazione: perché si tratta di ricordare l’origine di alcuni tra i più essenziali fondamenti del nostro convivere democratico, fondamenti che sono di tutti e non possono, non devono essere considerati principi di parte».
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