L'ANALISI
08 Aprile 2025 - 05:20
Nel riquadro Oliviero Sabato e Antonio Davò
CREMONA - Antonio Davò ha annunciato la sua decisione di non ricandidarsi per il prossimo rinnovo delle cariche sociali di Credito Padano, in occasione dell’assemblea dei soci, prevista per il 12 aprile 2025. Ha scelto di passare il testimone, aprendo la strada a nuove energie e idee necessarie per il futuro dell’istituto.
«Ovviamente provo un po’ di nostalgia - dice Davò -. Mi dispiace ma bisogna anche rendersi conto che, dopo 17 anni, forse è opportuno passare il testimone anche in un momento record per la Banca. Il futuro appartiene ai giovani e con il mio avvicinarmi alla pensione riconosco che saranno loro a rappresentare il futuro della banca e della società». Una banca nella quale ha trascorso 26 anni di servizio, di cui 17 al vertice, trasformandola in una realtà sempre più inserita nel territorio sociale, fino a diventarne parte integrante: partita come cassa rurale di paese, fatta di persone valide, a Casalmorano, questa esperienza è stata portata in città, arrivando a cinque filiali operative; ha aderito al Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea passando per la fusione con la BCC di Castel Goffredo e ponendo un tassello importante per la riforma del Credito Cooperativo.
Nel mentre i numeri sono più che raddoppiati, un dato significativo soprattutto contando le diverse crisi degli ultimi anni, dall’aumento dei tassi di interesse alle problematiche geopolitiche che hanno reso questo periodo difficile sia per le imprese che per i privati. «Noi abbiamo sofferto più di altri; eravamo praticamente gli unici a supportare le aziende e le famiglie. Abbiamo subito delle perdite ma ci siamo ripresi, sempre con un obiettivo in mente: un bilancio solido. Solo questo contribuisce a costruire quel patrimonio che consente di finanziare altre persone. Ed è così che ci siamo guadagnati la fiducia che abbiamo oggi e che ci accompagnerà anche domani».
La stessa attenzione posta oggi verso un settore commerciale cremonese in crisi. «Collaboriamo attivamente con Confartigianato, Confcommercio e altre associazioni, per fornire un supporto concreto. Sono stato vicepresidente in Confartigianato e ho instaurato un rapporto di conoscenza, amicizia e fiducia mai tradita. Il valore aggiunto della banca sul territorio è proprio questo: i nostri clienti non sono dei semplici numeri».
E a dimostrarlo sono anche le iniziative portate avanti nel corso degli anni: dai comitati territoriali per promuovere la partecipazione agli incontri per gli under 35, dalle borse di studio al progetto Build Your Idea, ideato per le start-up. Proprio i giovani sono l’auspicio e la forza per il domani; sempre più difficili da attirare ma estremamente valorizzati quando individuati: basti pensare che negli ultimi anni sono state ben 14 le assunzioni sotto i 30 anni. Una pietra su cui basare la Banca del domani. Ma, allargando il discorso, anche in campo internazionale c’è instabilità.
«Chiudiamo il 2024 dopo aver vissuto una situazione piuttosto differenziata nei vari trimestri. Molte speranze erano riposte nell’inizio di quest’anno, anche grazie a una politica monetaria più accomodante rispetto alle condizioni economiche, ma ora dobbiamo riconsiderare questa posizione alla luce degli sviluppi attuali. Sebbene i dazi influenzino il commercio internazionale, hanno anche riflessi inevitabili sulle diverse economie». Queste le parole di Oliviero Sabato - direttore generale Bcc, che continua: «Il sistema dovrà assorbire l’impatto in vari modi, a seconda dell’economia nazionale e, all’interno di essa, della nostra economia territoriale. Indubbiamente ci saranno conseguenze che andranno a toccare le attività economiche. Tuttavia, ritengo che, rispetto all’economia nazionale, non ci saranno effetti negativi significativi. Come ha sintetizzato il presidente, siamo stati sempre attenti alla situazione economica del territorio, non lasceremo che vada alla deriva. Siamo in fase di osservazione. La nostra bravura sarà la capacità di trovare soluzioni di adattamento per continuare a supportare le economie del territorio e, di conseguenza, di continuare ad essere la banca sociale di riferimento».
«Ma il nostro prossimo presidente avrà già le chiavi per governare al meglio questa nave - spiega Davò - Ho la soddisfazione di aver portato questa banca tra le prime in Lombardia, ora lascio il campo ai giovani».
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