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CREMONA. IL CASO

Nuova oasi felina: nessuno vuole gestirla

L’asta è andata deserta. L’Apac: «Decisione sofferta, ma troppi costi e prescrizioni». Pasquali: «Approfondimento per capire quali alternative ci sono. I tempi si allungano»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

03 Aprile 2025 - 20:06

Nuova oasi felina: nessuno vuole gestirla

CREMONA - «Ho chiesto agli uffici un approfondimento e verificheremo in pochi giorni quali strade ora sono percorribili. La legge comunque parla chiaro: la gestione della nuova oasi felina può essere presa in carico solo dal Comune o dalle associazioni. Certo, i tempi ora si allungano». Lo spiega l’assessore con delega al Benessere animale Simona Pasquali, dopo che la gara per l’affidamento della gestione della nuova struttura di via Brescia è andata deserta. Alla manifestazione di interesse avevano aderito tre associazioni che avrebbero dovuto poi presentare un’offerta entro il 31 marzo al Comune, che avrebbe poi scelto quella più rispondente alle caratteristiche richieste. Ma nessuna si è fatta avanti. Fra queste c’è l’Apac, che fra le altre gestisce la colonia felina di via Bissolati, i cui gatti sono destinati, appunto, a essere trasferiti alla nuova oasi di via Brescia.

«È stata — spiega la presidente dell’Apac Caterina Severino — una decisione sofferta che abbiamo preso a malincuore. Tuttavia non c’erano le condizioni economiche per accollarci la gestione. Noi siamo una piccola associazione locale fondata sull’impegno volontario di circa 25-30 persone. E le richieste specificate dal bando erano troppo onerose. Così come le spese: il rimborso specificato ammonta a 6mila euro l’anno quando noi solo di cibo e veterinari spendiamo circa 30mila euro all’anno e gestiamo già 31 colonie. Ci chiedevano di garantire aperture, chiusure e sorveglianza, ma noi non possiamo promettere una presenza fissa. Ci affidiamo a volontari che possono dedicare il loro tempo libero. Forse solo un’associazione nazionale avrebbe potuto adempiere a tutte le prescrizioni di questa convenzione capestro. L’affidamento della gestione tramite la piattaforma dedicata agli appalti ci ha fatto sentire trattati come un’azienda, ma noi siamo un’associazione di volontari. Ora l’ideale sarebbe un incontro, anche per vedere l’oasi che a noi alla fine non è mai stata mostrata».

C’è infatti anche la questione della recinzione: «Non è alta a sufficienza per impedire ai gatti di scavalcare. Servirebbe una copertura di tutta l’area, ma il costo sarebbe a carico del gestore e noi non possiamo affrontare questa spesa. Il bando poi è poco chiaro su quali gatti ospitare nella struttura. A questo punto forse servirebbe un incontro con l’amministrazione».

Pasquali spiega che «l’importo di 6mila euro è quello che destiniamo alle colonie feline e siamo partiti da lì. La recinzione è a norma di legge e altrimenti non avremmo potuto realizzarla. Le regole per la gestione ci sono, perché si tratta di un bene pubblico che viene affidato in gestione. Anche il bando per l’affidamento del canile sanitario è molto regolamentato. Ora comunque cercheremo di capire quali soluzioni sono possibili».

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