L'ANALISI
03 Aprile 2025 - 05:05
CREMA - I prezzi delle case in città sono praticamente raddoppiati dall’inizio del nuovo millennio e quasi triplicati rispetto all’era del boom edilizio, quella fra anni Settanta e Ottanta. L’evoluzione del mercato immobiliare nel tempo è fotografata dal report di Fimaa Cremona, il gruppo degli agenti d’affari in mediazione della provincia di Cremona affiliato a Confcommercio. In base ai dati, dettagliati per quartiere, il prezzo di un’abitazione nel centro storico di Crema oscilla da un minimo di 2.400 a un massimo di 3.600 euro al metro quadrato, valori in aumento esattamente del 50% rispetto a dieci anni fa. La zona più conveniente nel perimetro cittadino è quella di Santa Maria, dove le quotazioni coprono un range compreso fra i 1.300 e i 1.900 euro.
Interessante è anche il duplice raffronto fra garage e negozi. Nel cuore di Crema un’autorimessa può costare fino a 28mila euro e in nessuna area della città la valutazione scende al di sotto della soglia dei 10mila euro. Per quanto riguarda le attività commerciali, il centro è ovviamente la zona più cara, con prezzi che vanno dai 4.300 ai 6.500 euro al metro quadrato; in tutti gli altri quartieri, invece, possono bastare 1.400 euro per unità di misura della superficie. L’analisi di Fimaa Cremona prende in considerazione anche i comuni del circondario. Le cifre più vantaggiose si registrano a Sergnano, Romanengo, Trescore, Casaletto Vaprio, Chieve, Vaiano, Dovera e Izano: qui i prezzi al metro quadro fluttuano fra 1.200 e 1.500 euro; per comprare a casa a Offanengo e Bagnolo, invece, servono fra 1.400 e 1.800 euro. I valori sono riferiti agli immobili di nuova costruzione, mentre per quelli da ristrutturare il ventaglio è molto ampio: da un minimo di 400 euro nei paesi del distretto a un picco di 1.100 nel nucleo storico della città.
Il presidente di Fimaa Cremona Luca Arcari evidenzia le principali dinamiche del mercato: «Il trend relativo alle abitazioni pronte per essere abitate mostra una crescita nelle quotazioni, mentre il valore delle case da ristrutturare è in calo — spiega —. Lo stock immobiliare in Italia è per lo più datato, risalente agli anni Sessanta e Settanta, e molte di queste abitazioni non sono più considerate abitabili, soprattutto per la scarsa efficienza energetica e la qualità delle finiture. A causa dei minori incentivi fiscali per ristrutturazioni ed efficientamento energetico, questi immobili hanno subito significativi abbassamenti di prezzo».
I costi di ristrutturazione, nel frattempo, continuano a salire: «Tra il 2020 e il 2022 — prosegue Arcari — i prezzi dei materiali da costruzione sono aumentati drasticamente. Ad esempio, il costo del cemento è aumentato del 59%, quello del vetro del 38%, mentre laterizi e bitume hanno visto un incremento del 20%. Negli ultimi cinque anni, i costi di ristrutturazione sono aumentati tra il 30% e il 50%, a seconda del tipo di intervento e dei materiali utilizzati. Questo incremento è stato determinato dalla ‘follia’ del Superbonus 110%, dall’inflazione generale, dal rialzo dei prezzi dei materiali e dai costi energetici in aumento, nonché dalle difficoltà logistiche globali». Arcari, infine, sottolinea come la casa non sia più considerata uno status symbol: «Le nuove generazioni non vedono più la casa come un asset fondamentale, ma come un luogo da abitare senza vincoli a lungo termine, da poter cambiare facilmente. La casa non rappresenta più un simbolo di stabilità, ma un bisogno pratico».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris