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PIZZIGHETTONE. LA STORIA

L’ingegnere cambia vita: «Faccio solo l’artigiano»

Daniele Castelvecchio, 42 anni, si dedica alla lavorazione di cuoio e legno

Elisa Calamari

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03 Aprile 2025 - 05:15

L’ingegnere cambia vita: «Faccio solo l’artigiano»

PIZZIGHETTONE - Ingegnere elettronico, con un posto sicuro in una nota azienda cremonese, un giorno ha deciso di lasciare tutto e reinventarsi, facendo il barista al mare, ma soprattutto diventando artigiano specializzato nella lavorazione di cuoio e legno: ora è padrone del proprio tempo e ciò che crea con le proprie mani gli dà un’enorme soddisfazione.

Daniele Castelvecchio, 42 anni, è la prova che non è mai troppo tardi per rivoluzionare la vita. E neppure per inseguire i sogni tenuti nel cassetto fin dall’infanzia. Perché il suo amore per il legno, che oggi lavora e incide ideando e plasmando vere e proprie opere d’arte, risale a quando da bambino osservava lo zio Pietro, maestro artigiano pizzighettonese. Una passione che ha poi accantonato per diversi anni dedicandosi appunto con grande impegno alla sua professione, ma che è tornata prepotente a farsi sentire nel periodo del lockdown. E lì – nel pieno di un avvenimento che ha cambiato inevitabilmente tutti noi, spingendoci a dare maggiore importanza al tempo e alle persone – che Daniele ha deciso di invertire la rotta.

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«Ho imparato quasi da autodidatta e a dire il vero ho iniziato con la lavorazione del cuoio. Un giorno sono andato da Massimo Dosi, noto artigiano di Cremona, perché mi serviva una custodia per un coltello. Lui mi ha detto: ‘Vuoi te la faccia io o la fai da solo?’». Sfida accettata, e grazie al maestro, che Castelvecchio chiama semplicemente ‘Dodo’, ha iniziato ad imparare i segreti del cuoio.

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«Una lezione con lui e poi tanti tutorial su Youtube e un libro – spiega ancora il pizzighettonese –, da lì ho iniziato a realizzare borselli, portafogli e altro». L’hobby per gli intarsi in legno, invece, arriva appunto dall’esempio dello zio: «Ho sistemato tavoli e scrivanie, ma la mia specialità sono gli intarsi applicati tramite fogli sottili in acero, tiglio e altro. Ne escono decorazioni particolari. Ho anche sperimentato la pirografia, tecnica di incisione con punta calda. L’ultima creazione? Una scacchiera in essenze di tiglio e palissandro, con bordatura in radice di noce, che ho regalato a mio padre per la festa del papà». L’ha realizzata seguendo le antiche tecniche di intarsio con impiallacciatura, incollata con colla animale, lucidata a tampone con gommalacca e finita con cere naturali.

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Castelvecchio non definisce il suo artigianato come un vero e proprio lavoro: «Faccio qualcosa su commissione, ma spesso quel che realizzo lo regalo – spiega –. D’estate faccio il barista stagionale all’Isola d’Elba, il resto dell’anno mi dedico a questi lavori manuali. Un cambiamento radicale, sì. Qualcuno lo chiama coraggio, altri possono parlare di incoscienza. Ma faccio qualcosa che mi piace e non c’è più quel malessere di fondo che mi accompagnava durante le giornate ordinarie al lavoro».

In un periodo storico in cui si assiste alla fuga dell’artigianato (dal 2023 al 2024 in provincia -0,8%) Castelvecchio è esempio di creatività e audacia, che gli piacerebbe trasmettere alle future generazioni. «Insegnare ai ragazzi a lavorare il cuoio e il legno? Confesso che mi piacerebbe. D’altra parte io ho iniziato a 11 anni, con lo zio».

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