L'ANALISI
01 Aprile 2025 - 08:47
CREMONA - La vicenda Tamoil, tanto discussa nei giorni scorsi, è approdata ieri in Consiglio comunale. Sul tavolo c’era l’approvazione della delibera che modificava il provvedimento del 2019. Proposta: abolire la commissione esterna prevista a suo tempo, e mai riunitasi, per decidere come impiegare i fondi del ‘tesoretto’ derivante dal risarcimento Tamoil, trasferendo l’incarico all’ufficio di presidenza. Con due precisazioni: in primo luogo il vincolo ambientale per l’impiego di quei fondi, stabilito dalla delibera del 2019, non viene modificato, in secondo luogo la natura ‘di indirizzo’ delle commissioni (tanto di quella esterna quanto dell’ufficio di presidenza). Il che significa che l’ultima parola, la decisione sui progetti cui destinare il denaro del risarcimento, è sempre del Consiglio comunale.
La settimana scorsa c’era stato il passaggio preliminare in ufficio di presidenza: al termine di una riunione particolarmente vivace, i capigruppo di maggioranza e parte dell’opposizione erano arrivati ad una sintesi ma il testo della delibera doveva arrivare nell’assemblea degli eletti per essere emendato. E così è stato, con tanto di pausa, a metà dei lavori del Consiglio, per consentire ai capigruppo di arrivare a una proposta di emendamento quanto più condivisa possibile. La sintesi raggiunta è stata quella di esplicitare «l’ampliamento dell’ufficio di presidenza in forma di commissione al presidente della commissione ambiente, al presidente della commissione di vigilanza».
Allo stesso tempo si è deciso di specificare come le «azioni e iniziative di carattere ambientale», cui restano vincolati i fondi del risarcimento, dovranno essere volte «a ridurre gli effetti negativi dell’inquinamento sulla salute delle persone» e che l’ufficio «coinvolgerà in audizione cittadini, associazioni, gruppi e istituzioni che si propongano e in particolare chiederà di intervenire in audizione a istituzioni sanitarie, ambientali, accademiche che possano concorrere all’individuazione di progetti a cui destinare i fondi». Modifiche frutto di un dialogo tra le forze politiche in Consiglio apprezzato da tutti gli eletti, anche da chi alla fine si è sfilato.
Se Alessandro Portesani, Jane Alquati, Marco Olzi e Maria Vittoria Ceraso (per le opposizioni) hanno firmato la proposta di emendamento giungendo ad un’intesa con i partiti della maggioranza, restano di un altro avviso invece Paola Tacchini e Andrea Carassai. La consigliera del Movimento 5 Stelle - Cremona cambia musica ha motivato la sua astensione al voto finale riconoscendo: «Diverse delle proposte fatte dalla nostra lista sono state accolte. Tuttavia restano delle criticità e, non secondariamente, ritengo di avere un obbligo morale nei confronti dei tanti cittadini che in questi giorni si sono organizzati per far sentire la propria voce». È di ieri mattina la notizia che la petizione popolare per chiedere un maggior impegno sul fronte ambientale è stata depositata in ufficio di protocollo con 999 firme totali, cui nel corso del Consiglio si è aggiunta simbolicamente la millesima del consigliere di Novità a Cremona Cristiano Beltrami.
Di altro segno è il ‘no’ del forzista Carassai: «Sul vincolo ambientale va esplicitato, per noi, che quei fondi devono essere destinati a interventi finalizzati al miglioramento della qualità dell’aria e del suolo cremonese». E per definire questi interventi, per Carassai, resta importante il coinvolgimento di una commissione tecnico-scientifica: «Capisco la volontà di rendere l’ufficio di presidenza un organo di decisione e di un confronto politico operativo. Ciò non toglie che su temi quali la salute e l’ambiente vadano coinvolti dei professionisti per individuare le soluzioni migliori».
Al termine del dibattito, conclusosi con il voto favorevole di 29 consiglieri e due astensioni, l’assessore all’Ambiente, Simona Pasquali ha accolto gli emendamenti commentando, soddisfatta per l’ampia intesa raggiunta in Consiglio: «Abbiamo fatto un importante passo avanti, ora ci aspettano mesi di intenso lavoro». In fondo alla sala, però, tra i banchi degli uditori, dov’era riunito un nutrito gruppo di ambientalisti e animatori della raccolta firme dei giorni scorsi, si solleva qualche mormorio di insoddisfazione. Mentre i consiglieri si salutano dicendosi orgogliosi del percorso fatto, «a noi non soddisfa. Nei prossimi giorni torneremo a farci sentire», commenta caustico il radicale Sergio Ravelli.
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