L'ANALISI
25 Marzo 2025 - 05:20
CREMA - Come si affronta la cronica e mai risolta carenza di posti letto nelle case di riposo cremasche? Le strutture sanitarie assistenziali e gli enti locali del distretto si affidano alla cosiddetta residenzialità aperta, ovvero all’assistenza domiciliare tramite i propri professionisti.
I numeri parlano di un vero e proprio boom di assistiti, vuoi per necessità, non trovando appunto posto nelle case di riposo, vuoi per un’accresciuta offerta: erano 562 nel 2023, l’anno scorso sono praticamente raddoppiate. Nel solo primo semestre erano già arrivate a quota 523, secondo gli ultimi dati disponibili resi noti nel rapporto del Piano di sviluppo territoriale 2025-2027, redatto dai tecnici di Asst.
Nel territorio sono presenti sei strutture che offrono servizio di rsa aperta a persone con demenza lieve o ad anziani di età maggiore uguale a 75 anni in determinate condizioni di non autosufficienza. Situazioni che devono essere certificate, dopo una valutazione effettuata dagli operatori della struttura, che viene scelta dal privato per l’erogazione della misura. «Laddove la persona risulta eleggibile – sottolinea il rapporto — l’equipe multidisciplinare della rsa predispone un progetto individuale e un piano assistenziale individualizzato che dettaglia i servizi che saranno erogati al domicilio dal personale dell’rsa in risposta ai bisogni della persona. I dati relativi al primo semestre 2024 evidenziano un significativo aumento di persone seguite da questa misura».
Nel frattempo, i posti letto nelle case di riposo sono sempre meno rispetto al fabbisogno del territorio, che ovviamente cresce progressivamente, per via dell’incremento della popolazione anziana. La carenza colloca il territorio agli ultimi posti in regione: basti pensare che la media, definita come indice di dotazione, è pari a 423,42 posti letto per 10mila unità di popolazione target, ovvero la fascia di età di residenti per i quali è potenzialmente più necessaria. Nel resto della Lombardia è di 476,36. Significa l’11% in meno.
Il Cremasco ha però una situazione favorevole per quanto riguarda alcune strutture rivolte alla disabilità. Qui si registrano indici pari a 12,64 posti letto ogni 10mila unità di popolazione target nelle residenze sanitarie, molto al di sopra della media regionale (6,79). Lo stesso discorso vale per le comunità alloggio, con 2,67 posti letto, rispetto ai 2,52 della media lombarda. Per gli hospice, ovvero le strutture che ospitano i malati terminali, il distretto socio sanitario ha un solo reparto, quello del Kennedy della Fondazione Benefattori Cremaschi, con 14 posti letto. La dotazione di posti nei centri diurni integrati è sopra la media (29,96, rispetto a 27,27) mentre non è così per i centri diurni disabili.
Nel territorio c’è una disponibilità dimezzata rispetto al resto della regione al di sotto della media regionale (5,14 invece di 10,9). Nel territorio cremasco sono presenti 11 rsa di cui 10 accreditate e a contratto, per un totale di 948 posti letto, di cui 799 accreditati e a contratto, ovvero per i quali la Regione garantisce un contributo alla retta giornaliera che si aggira intorno al 40% del totale. Il resto lo deve versare il paziente, tranne in quei casi in cui non ha le possibilità economiche per farlo e non ha familiari che possano provvedere. A quel punto subentra il servizio sociale comunale.
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