L'ANALISI
21 Marzo 2025 - 18:59
CREMONA - Un corteo festante, animato da centinaia di ragazze e ragazzi delle scuole della rete Cpl (Centro promozione della legalità) ha attraversato il centro cittadino questa mattina per arrivare in cortile Federico II. È l’ormai tradizionale manifestazione organizzata dalla rete provinciale delle scuole insieme a Libera contro le mafie e associazione Common in occasione della giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie. Una data, scelta trent’anni fa da don Luigi Ciotti, dal significato evocativo, ribadito anche ieri dagli organizzatori del corteo: «Ricordiamo le vittime di mafia e l’impegno di chi si è battuto per combatterla oggi primo giorno di primavera perché da giornate come questa e dall’impegno quotidiano di ciascuno di noi deve fiorire una primavera delle coscienze».
Ad aprire il serpentone c’era un furgone dal quale è stata diffusa musica per tutto il tragitto, fino alla piazza del Comune dove i ragazzi si sono riuniti per ascoltare gli interventi dei loro compagni e per un concerto delle band studentesche. «È stato un corteo volutamente festoso – spiega Simona Piperno, dirigente dell’Itis Torriani tra le principali animatrici della giornata – è questa la risposta che vogliamo dare alle mafie. Noi non ci arrendiamo, non guardiamo dall’altra parte e non restiamo nemmeno in silenzio».
Come ogni anno il fenomeno mafioso è stato declinato in uno dei suoi molteplici aspetti: «I ragazzi si sono concentrati sull’approfondimento delle mafie straniere nel nostro paese. In particolare sono stati affrontati i temi del caporalato e dello sfruttamento sessuale». E al termine della manifestazione una delegazione di ciascuna scuola della rete ha esposto ai propri coetanei i risultati del percorso fatto in classe tramite una performance.
«Un momento di restituzione di un impegno lungo un anno che ci ha condotti fino a qui – specifica la dirigente del Torriani – Per quanto riguarda la nostra scuola, che per il terzo mandato consecutivo è capofila della rete Cpl, le iniziative sono state davvero tante». In particolare Piperno si concentra sul percorso di formazione per docenti e alunni che ha rappresentato un importante avvicinamento alla giornata commemorativa di ieri: «Nell’ambito della formazione alla legalità e all’educazione civica abbiamo sviluppato il percorso ‘giovani cittadini monitoranti’ per dare degli strumenti concreti ai nostri ragazzi». L’offerta educativa si articola in due percorsi: «uno relativo all’evoluzione dei beni confiscati alla mafia, per verificarne il recupero e il nuovo impiego virtuoso e l’altro, molto attuale, è un laboratorio di monitoraggio dei fondi Pnrr, in particolare per i lavori di edilizia scolastica». Al termine di queste formazioni gli studenti diventano dei veri e propri educatori per i loro coetanei, entrando in altri istituti scolastici per raccontare il proprio lavoro di monitoraggio ‘dal basso’.
E mentre a Cremona i 700 studenti sfilavano per le vie del centro, a Trapani andava in scena un’analoga manifestazione nazionale. «La manifestazione organizzata a Cremona – illustra Piperno – voleva essere una sorta di collegamento ideale con l’appuntamento di Trapani».
Tra gli oltre 50mila partecipanti c’era anche una delegazione cremonese di Libera, di alcuni studenti delle superiori e universitari, oltre a un gruppo dell’Azione cattolica. «È stato un momento partecipatissimo ed entusiasmante – racconta Francesca Bignelli del comitato cremonese di Libera –. Dai comizi in piazza fino ai seminari del pomeriggio si è trattato di un appuntamento davvero prezioso». In particolare la lettura dei 1101 nomi delle vittime di mafia in piazza, cui è seguito l’intervento di don Ciotti che ha esordito con la consueta, appassionata, retorica: «Non ringrazio nessuno, tutti noi che siamo qui oggi abbiamo fatto soltanto il nostro dovere».
AUTORITA' E STUDENTI UNITI A CREMA
di Stefano Sagrestano
Studenti delle superiori cittadine, almeno un centinaio, autorità civili e militari. Tutti hanno risposto all’invito di Libera dalle mafie Crema, per la celebrazione della giornata contro la criminalità organizzata. La stessa amministrazione provinciale, rappresentata dal presidente Roberto Mariani, ha preso parte in piazza Garibaldi alla manifestazione ufficiale. «Ora forse dobbiamo dimenticarci come il fenomeno mafioso era dipinto in passato, ce lo ricorda spesso anche il prefetto della Provincia di Cremona, Antonio Giannelli, perché purtroppo il sistema-mafia è cambiato molto negli ultimi anni. Oggi ci troviamo spesso davanti figure in giacca e cravatta, che entrano in contatto con le istituzioni, con le parti più ricche del territorio, dove il giro d’affari, di appalti e di denaro è molto più fiorente rispetto ad altri contesti — ha ricordato Mariani — credo che questa sia una riflessione importante per chi, come noi, ricopre un ruolo istituzionale ed è spesso esposto a contatti di questo tipo, spesso senza sapere con chi ci si sta confrontando. Ma è anche ciò che le nuove generazioni dovranno affrontare».
Con lui il sindaco Fabio Bergamaschi, alcuni assessori, i consiglieri regionali Matteo Piloni e Riccardo Vitari, alcuni sindaci, consiglieri provinciali e comunali di Crema. Insieme agli studenti, hanno letto i nomi e cognomi delle 1.101 vittime di mafia. Poi l’esibizione delle allieve della scuola di danza Mosaico di Sergnano ha chiuso la cerimonia.
In apertura della mattinata, il sindaco ha ricordato il percorso divulgativo promosso anche dalla prefettura, per formare i più giovani sull’importanza della lotta alla mafia. Concetti ribaditi anche da Mariani. Gennuso, intervenuto come rappresentante di Libera Crema ha aggiunto: «I 1.101 nomi di vittime della mafia devono essere come spine nel fianco per tutti noi. Non solo dobbiamo ricordarli e dare loro memoria, ma dobbiamo impegnarci tutti a praticare la giustizia. Spesso per queste 1.101 vittime innocenti non si conoscono ancora colpevoli e mandanti. Tutto questo grida vendetta in un paese civile come il nostro. Oggi leggiamo i nomi una litania laica. Non è solo una mera azione spirituale ma anche un’azione di cambiamento che deve essere realizzato partendo da ciascuno di noi». Per gli studenti l’occasione di approfondire una tematica già affrontata in classe con i rispettivi docenti. Questioni legate alla storia del Paese, ma purtroppo sempre di stretta attualità.
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