L'ANALISI
20 Marzo 2025 - 10:48
CREMONA - Morire a 35 anni a causa di un batterio che prima lo ha colpito a livello gastrointenstinale e poi, in poche ore, ha intaccato gli organi interni non lasciando scampo ad un atleta in perfetta salute. Alessandro Costa, per tutti ‘Ale’, difensore centrale dell’Us Chieve, squadra che milita nel campionato di calcio di prima categoria, è deceduto mercoledì in tarda serata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Maggiore, dove era stato ricoverato d’urgenza nella prima mattinata.
Si era presentato al pronto soccorso con febbre altissima. Già da martedì accusava problemi gastrointestinali, con la temperatura corporea che si era rapidamente alzata, sino a 40 gradi. Solo 24 ore prima era in campo a Chieve, per l’allenamento convocato in via straordinaria il lunedì sera, in quanto la squadra cremasca domenica non aveva giocato. La morte di Alessandro ha sconvolto tutto il mondo del calcio dilettantistico provinciale e non solo. Il 35enne era molto conosciuto, innanzitutto in città, dove viveva e dove aveva a lungo militato nella Sported Maris.
Papà di un bimbo di due anni, avuto dalla compagna con cui si sarebbe dovuto sposare tra non molto, lascia anche i genitori e la sorella. Lavorava come educatore, occupandosi in particolare di bambini e ragazzi svantaggiati. Roccioso difensore centrale, da settembre aveva scelto di continuare nella sua passione cambiando squadra, lasciando la Sported e scendendo di categoria, anche per trovare nuovi stimoli. Con la storica società cittadina però il legame non si è mai interrotto, Vuoi per l’amicizia che lo legava al capitano Mattia Mori e ad altri ragazzi del gruppo, vuoi per il fatto che Alessandro da qualche anno aveva deciso di mettersi in gioco anche a bordo campo. Aveva infatti cominciato ad allenare i bambini delle giovanili.
Tifoso della Cremonese, seguiva spesso i grigiorossi. Insomma un amore per il pallone a 360 gradi, coltivato sin da bambino. Sentiva di poterlo trasmettere anche alle nuove generazioni, pensando magari un giorno di poter gioire guardando suo figlio tirare i primi calci. A Chieve lo aveva fortemente voluto il mister Davide Fiorani, che aveva imparato ad apprezzarlo proprio alla Sported Maris. Nel piccolo centro cremasco compagni di squadra, dirigenti e tifosi, sono sotto shock. «Non ho parole, tutto questo è allucinante – commenta attonito il dirigente Franco Campanini –: domenica non avevamo giocato in campionato e dunque lunedì era stato fissato l’allenamento. Ale ha effettuato l’intera seduta, sembrava stesse bene. Poi ieri mattina ci hanno detto che era stato ricoverato in ospedale ed era gravissimo».
Il direttore sportivo Attilio Cavalli è stato tra gli ultimi a sentire il ragazzo: «Martedì sera mi aveva chiamato per dirmi che mercoledì non sarebbe venuto all'allenamento in quanto aveva la febbre alta. La mattina dopo mi ha mandato un messaggio dicendomi che stava andando in ospedale. Mi spiegava che la febbre era arrivata addirittura sopra i 40. Da quello che abbiamo saputo in quelle ore drammatiche, Ale nel primo pomeriggio è stato sedato, poi intubato e trasferito in terapia intensiva, sembrava ci fosse una gravissima infezione nel sangue».
I medici hanno provato di tutto, dalle trasfusioni alla somministrazione di un antibiotico super specifico, fatto arrivare da Milano. Non c'è stato nulla da fare. Il decesso è avvenuto nella tarda serata di mercoledì. «Un ragazzo straordinario, un atleta esemplare – lo ricorda commosso Cavalli – era in uno stato di forma strepitoso. La sua scomparsa ci porta via un pezzo di cuore». Per domenica l’Us Chieve ha già chiesto e ottenuto il rinvio della partita in calendario, contro l’Oratoriana di Codogno.
Un decesso dovuto a un «quadro di insufficienza multipla d’organo associato a grave coagulopatia in shock settico, rapidamente evolutivo». Questo il bollettino medico diffuso ieri dall’ospedale Maggiore, in particolare dall’equipe di terapia intensiva, che per ore ha cercato in tutti i modi di salvare la vita di Alessandro Costa, mettendo in atto un’azione massiva, che purtroppo si è rivelata inutile. Da quanto si è appreso, il difensore centrale 35enne, già nella giornata di martedì aveva accusato problemi gastrointestinali e febbre alta. Mecoledì mattina il ricovero d’urgenza, in terapia intensiva. Da lì la situazione è precipitata nel giro di poche ore. Il batterio che lo ha colpito ha avuto un’evoluzione rapidissima che è andata a intaccare diversi organi, rendendo vano ogni tentativo dei medici.
«Nonostante non giocasse più qui, Ale era comunque uno di noi, faceva parte del gruppo, al venerdì partecipava ancora alle nostre cene. Un ragazzo d’oro, davvero speciale. Sembrano frasi fatte, ma mai come in questo caso sono vere e arrivano dal cuore. Siamo distrutti e attoniti». Roberto Scarinzi, direttore sportivo della Sported Maris si fa interprete dello straziante dolore di tutta la squadra e dello staff tecnico e dirigenziale della società che milita nel campionato di promozione. Alessandro non aveva interrotto il cordone ombelicale con la Sported. Legato da profonde amicizie, come quella con il capitano Mattia Mori, aveva anche mantenuto il proprio impegno di allenatore dei bambini. «Gli piaceva molto seguire i più piccoli, sapeva trasmettere loro passione e valori» lo ricordano commossi i dirigenti.
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