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Vittime del Covid, Virgilio: «Noi, comunità che è rimasta unita»

Breve ma intenso momento di commemorazione, oggi in Cortile Federico II. Il sindaco: «Un momento drammatico che non può essere archiviato»

Gilberto Bazoli

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redazione@laprovinciacr.it

18 Marzo 2025 - 17:54

Vittime del Covid, Virgilio: «Noi, comunità che è rimasta unita»

CREMONA - Le strade deserte, il silenzio rotto dalle sirene delle ambulanze, le persone care che se ne sono andate senza la possibilità di salutarle. Non occorrono tanti discorsi per ricordare la tragedia del Covid. Breve ma intensa, quindi, è stata la cerimonia, nel Cortile Federico II, in occasione, cinque anni dopo, della Giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia. Alla presenza di autorità civili e militari e di un gruppo di cittadini, il momento si è aperto con le parole di don Gianpaolo Maccagni, in rappresentanza del vescovo Antonio Napolioni, dedicate «ai dieci sacerdoti portati via da quell'esperienza terribile e a tutti quanti ne sono ancora segnati».

È quindi toccato al sindaco Andrea Virgilio. «Cremona ha vissuto momenti durissimi, il nostro ospedale è stato uno dei simboli di quei giorni», ha detto Virgilio di fronte alla targa scoperta il 3 giugno 2021 durante la visita del presidente Sergio Mattarella. Il sindaco ha definito la sanità pubblica «un bene prezioso» e rimarcato: «Servono più medici, più risorse, più ricerca. Perché senza la ricerca non avremmo avuto i vaccini né le cure, non avremmo avuto una via d’uscita».

Da quei giorni bisogna trarre un insegnamento: «La comunità è la nostra forza più grande. Se oggi siamo qui, se la nostra città si è rialzata, è perché abbiamo saputo restare uniti. Dobbiamo far sì che la memoria diventi responsabilità. Responsabilità di migliorare ciò che non ha funzionato, di proteggere chi è più fragile, di costruire una società più consapevole. Cremona ha sofferto, ma non è rimasta in ginocchio. Oggi ci portiamo dietro una ferita, ma anche una consapevolezza nuova. E nel nome di chi non c’è più, andiamo avanti. Insieme».


La scena si è quindi spostata nella Sala dei Quadri, che ha ospitato un evento, promosso dall’Ordine provinciale dei Medici, dedicato ai sanitari deceduti e introdotto dal presidente, Andrea Morandi: «È necessario implementare il Sistema sanitario nazionale augurandoci che la politica sappia ascoltare al fine di garantire il diritto di tutti alla salute». Durante l’incontro, molto partecipato, è stato trasmesso un video dell’Asst con alcune delle immagini indelebili di cinque anni fa: la prima tenda per il triage all’ospedale; il primo reportage nel reparto di Terapia intensiva; Mattia, il paziente più giovane contagiato: i 14 bambini nati nel giro di 24 ore; l’arrivo dei vaccini. E, naturalmente, Lena Yokoyama e il violino sul tetto del Maggiore. Fotogrammi che fanno parte di noi ma che anche ieri hanno strappato un applauso commosso.

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