L'ANALISI
11 Marzo 2025 - 08:41
CREMONA - Buone notizie dall’osservatorio Tamoil, svoltosi ieri pomeriggio in Sala Quadri del palazzo comunale: l’azienda e gli enti di controllo annunciano alla cittadinanza che i lavori di bonifica delle aree esterne stanno proseguendo bene. Secondo le indagini, nel 2024 un numero crescente di siti contaminati presentava una concentrazione di inquinanti «accettabile». Tutto sommato concordi anche i numeri di Arpa, che ha elaborato i propri dati in contraddittorio per certificare la validità delle misurazioni di Tamoil.
«Oggi — introduce Simona Pasquali, assessora al Verde — assistiamo al primo osservatorio Tamoil di questa amministrazione proseguendo i lavori di una commissione istituita nel 2007. La finalità è quella di restituire i dati ambientali rispetto alle azioni di messa in sicurezza delle aree contaminate». L’ordine del giorno: una prima parte di inquadramento del sito, con le relazioni tecniche degli enti coinvolti (Tamoil, WSP, Aecon e Arpa); a chiudere, l’illustrazione delle mappe piezometriche, che fotografano la situazione della falda nel sottosuolo.
«Sono molte le risorse investite — sottolinea Roberto Alquati, presidente Tamoil Raffinazione — ma sul tavolo degli enti di controllo si comincia a parlare di spegnimento degli impianti di ripristino, a causa delle buone condizioni di quelle aree». Il lavoro da fare è ancora molto, ma la linea tracciata «Porterà ad un continuo miglioramento delle condizioni ambientali delle aree esterne».
L’ingegner Enrico Garavaglia (manager HSE & engineering Tamoil), ha ricostruito la conformazione del sito sotto esame. Come è noto, l’area interessata è concettualmente divisa in un’area ‘interna’ (corrispondente al sito privato della Tamoil) e un’area ‘esterna’, che vede i suoi punti focali nella confinante Bissolati e nel complesso residenziale Manzia. In tutte le zone evidenziate, i miglioramenti delle condizioni ambientali sarebbero sensibili.
Sul lato Bissolati, «la barriera che intercetta oltre 3 milioni di metri cubi d’acqua all’anno a monte delle aree rivierasche si sta dimostrando efficace», mentre «il sistema di intervento sui terreni delle aree esterne riduce progressivamente la contaminazione storica estraendo gli idrocarburi, anche grazie al recente potenziamento». Nell’insieme: un impegno di capitale che supera i 2 milioni all’anno, con 63 punti di monitoraggio nelle aree interne e 27 nelle aree esterne, che «si traduce — conclude Garavaglia — in una situazione di assenza di rischio e di trend ambientali in continuo miglioramento».
Simile il parere di WSP e di Aecon, che illustrano le prospettive future dei lavori: «Nel corso degli anni abbiamo misurato la concentrazione di tutto il circolo fin sotto le piscine — illustra Marcello Pavinato (WSP) — per comprendere dove fosse la contaminazione in quel momento. Questo ha permesso di formulare un modello concettuale con cui operare». «La barriera si dimostra efficace — afferma Francesca Motta (Aecon) — come dimostrano le misurazioni di dicembre 2024. Le indagini provano che la massa di miscela recuperata dal sistema di estrazione, a parità di massa d’acqua, è sempre diminuita nel tempo fino al 2024».
Anche i controlli in contraddittorio di Arpa sull’area esterna, dopo un esito ‘non accettabile’ dell’inizio del 2023, hanno sempre dato buoni riscontri nel 2024. «Le campagne del 2024 — spiega Marco Spaggiari (Arpa) — sono il logico sviluppo di quelle del 2023. Nel 2024 abbiamo coinvolto 25 postazioni nella campagna, tutte con livelli di gas interstiziale accettabili». «Non abbiamo avuto dall’azienda contestazioni sui dati – chiude Gian Paolo Oneda, direttore distretto Cremona Mantova – al netto di alcuni dubbi interpretativi».
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