L'ANALISI
09 Agosto 2013 - 17:59
Gli scavi per la realizzazione del metanodotto serviranno anche a fare luce sulla storia del territorio cremasco grazie ai numerosi ritrovamenti che sono stati fatti durante i lavori. L’ultimo caso è quello di Sergnano dove gli archeologi della Soprintendenza lombarda sono al lavoro da pochi giorni per catalogare i reperti di quella che sembra una villa di epoca romana. Ma nel tratto cremasco degli scavi si contano almeno 14 segnalazioni di ritrovamenti di varia entità che verranno attentamente studiati.
Gli archeologi sono reticenti a dare notizie per evitare episodi di saccheggio come già successo per le tombe romane ritrovate a Ricengo e prese di mira da malviventi, ma alcune segnalazioni confermano presenza già note mentre altre sono inaspettate. Attualmente le indagini sono ai primi passi quindi i reperti individuati sono di epoca romana ma non è escluso che possano venire alla luce tracce di altre civiltà più antiche.
Sull’argomento il consigliere provinciale del Pd, Eugenio Vailati, ha presentato un’interrogazione per chiedere se «la Provincia è a conoscenza di questo fatto e sia in grado di rendere i consiglieri più certi della notizia» e «se non ritenga di doversi fare promotrice di iniziative per far sì che eventuali costi per la rivalutazione del nostro territorio in senso storico-culturale oltre che ambientale possano rientrare tra le opere compensative con costi previsti a carico della ditta Snam Rete Gas Spa che ha promosso il progetto».
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