L'ANALISI
06 Marzo 2025 - 00:11
SESTO ED UNITI - Località Baracchino, Comune di Sesto ed Uniti, le dieci e venti: è lì, in quel punto e a quell’ora del mercoledì sera, in un tratto di via Milano apparentemente senza insidie perché rettilineo e anche sufficientemente illuminato, eppure già teatro in passato di incidenti simili nella dinamica e anche nelle conseguenze, che si è consumata l’ennesima tragedia lungo le strade del Cremonese. Nello scontro fronto-laterale e violentissimo tra un’auto e un furgone, il suo furgone, è morto Franco Tomasoni: originario di Cremona, abitava a Casanova del Morbasco e avrebbe compiuto 63 anni il 9 maggio prossimo.
Procedeva in direzione Cremona, aveva approntato la manovra di svolta a sinistra per raggiungere il parcheggio del bar trattoria e presumibilmente già impegnato parte della corsia di marcia opposta, quando la sua traiettoria ha incrociato quella della Volkswagen Golf condotta da un 37enne. Impatto devastante a ridosso del centro della carreggiata, appena oltre la linea di mezzeria: distrutto il Ford Courier, adagiato vicino a un palo nell’area spartitraffico; ridotta a un ammasso di lamiere la macchina, a bordo carreggiata. Ferraglia: l’uno e l’altra. E l’uno e l’altra simboli, evidenti da subito, del dramma compiuto.
Per Tomasoni non c’è stato nulla da fare: vano ogni tentativo di rianimarlo praticato dagli operatori del 118, bloccato l’equipaggio dell’elisoccorso, allertato quando ancora si avevano speranze e poi fermato prima ancora che decollasse. È stato invece trasportato in ambulanza all’ospedale Maggiore l’automobilista, residente nel Cremonese: le sue condizioni sono gravi, il quadro clinico critico e la prognosi riservata.
Indagano gli agenti della polizia stradale, adesso: rimasti per oltre tre ore lungo la Codognese chiusa al traffico per consentire i rilievi in sicurezza, mentre i vigili del fuoco provvedevano al recupero e alla rimozione di quel che restava dei veicoli, hanno eseguito tutti gli accertamenti di rito. Mancano testimoni diretti, però: c’è chi ha sentito il fragore del botto ma nessuno ha visto. E misurazioni e valutazione delle tracce sull’asfalto, a partire dalla striscia nera lasciata dalla frenata, almeno per il momento non consentono di avere certezze assolute: ragionano su ipotesi, i poliziotti del distaccamento di Pizzighettone.
E la più accreditata inquadra fra le cause dell’urto fatale una combinazione letale di fattori: la mancata precedenza della vittima, che potrebbe aver stimato male le distanze e i tempi di completamento della sua manovra, e la velocità tenuta dal conducente della Golf, che ragionevolmente avanzava ad un ritmo inadeguato a consentirgli di arrestare la marcia nella quantità di secondi utile. Di sicuro, come da prassi, ricevuti i primi atti dagli uomini del comandante Michele Castore, la procura della Repubblica di Cremona ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale e disposto esami tossicologici sul sopravvissuto: sono già stati effettuati e i risultati dovrebbero arrivare nelle prossime ore.
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