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CREMASCO: STRADE PERICOLOSE

Viabilità sotto accusa, non c’è solo la Paullese

L’investimento mortale di un ciclista a Spino d’Adda riapre il fronte sicurezza: le richieste dei sindaci. Serenissima e provinciale per Lodi: la mappa del rischio. Le soluzioni: ciclabili, rotatorie e autovelox

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

03 Marzo 2025 - 05:05

Viabilità sotto accusa, non c’è solo la Paullese

CREMA - Le strade killer del Cremasco, segnate dai molti incidenti avvenuti negli ultimi mesi, alcuni dei quali con esito mortale. Sotto accusa alcuni punti critici, con in testa ovviamente l’imbuto della Paullese all’altezza del ponte sull’Adda Spino, dove si conclude la superstrada e la carreggiata ritorna a una corsia per ogni senso di marcia. Sabato, investito da un furgone lungo il primo tratto del ponte, ha trovato la morte il 48enne spinese Luca Zaneboni, diretto verso Zelo in bicicletta. Il 22 gennaio scorso, invece, la prima tragedia dell’anno, sulla Crema-Lodi a Bagnolo Cremasco: a perdere la vita era stata Flaviana Beretta, 62enne ex infermiera originaria del paese ma residente a Chieve.

Stava attraversando a piedi la provinciale, di ritorno da una passeggiata in campagna con il cane, quando è stata travolta da una Mercedes. Pochi giorni dopo un altro grave incidente, fortunatamente non mortale, si è verificato sulla Serenissima: ferito un 24enne che stava andando al lavoro in un’azienda agricola. Era in bicicletta sul tratto rettilineo, tra Ticengo e Romanengo: un altro punto delle strade provinciali cremasche molto pericoloso per il traffico costante e il fatto che la carreggiata sia piuttosto stretta, senza uno spazio laterale per i ciclisti.

I sindaci di Ticengo Daniela Brognoli e di Romanengo Federico Oneta avevano sollecitato a «perseguire con convinzione i progetti in fase di elaborazione con Consorzio.It, per la realizzazione della rete ciclabile dell’Area omogenea. La messa in sicurezza del tratto di strada provinciale è ora più che mai una priorità assoluta, perché ne va della tutela dell’integrità fisica dei cittadini». Tra gli altri punti critici del territorio rientra l’incrocio della provinciale Chieve-Montodine che porta a Capergnanica, dove a settembre è morta in un incidente stradale Silvana Lodigiani, 76enne cognata del sindaco di Madignano Piero Guardavilla.

Enzo Galbiati. Piergiacomo Bonaventi, Daniela Brognoli e Federico Oneta

In questo caso, già nei prossimi mesi, la provincia dovrebbe dare il via al cantiere della rotonda, progettata per mettere in sicurezza l’intersezione. Lavori analoghi sono attesi anche sulla Melotta, tra Palazzo Pignano e Trescore, all’altezza dell’incrocio che porta a Scannabue e Torlino Vimercati. Mentre la soluzione trovata sulla Bergamina, all’intersezione che conduce a Gradella nel territorio di Pandino, ha portato a risultati: la frequenza dei gravi incidenti stradali si è decisamente arrestata.

«Con l’attivazione dell’autovelox da parte della Provincia — commenta il sindaco Piergiacomo Bonaventi — i veicoli devono tenere un’andatura entro il 70 chilometri orari e ciò è importante per la prevenzione degli incidenti». Dove le cose non migliorano invece è sulla Paullese, all’altezza del ponte di Spino. «Da anni ci battiamo affinché la burocrazia si snellisca e si vada avanti in fretta con il progetto del nuovo ponte sull’Adda — evidenzia il sindaco Enzo Galbiati —: costruire il secondo ponte permetterà anche di riqualificare il vecchio viadotto asburgico, che diventerà una ciclopedonale e un carrozzabile per i soli trattori e mezzi del parco Adda sud. Non è concepibile che una persona in bicicletta perda la vita per poter raggiungere l’altro versante del fiume».

Luca Zaneboni aveva 48 anni

OGGI L'ADDIO A ZANEBONI, INCHIESTA PER OMICIDIO STRADALE

È stato fissato per oggi, alle 14.30 in parrocchiale, il funerale di Luca Zaneboni, morto sabato pomeriggio. Era stato investito da un furgone mentre percorreva in bicicletta il ponte sull’Adda della Paullese, in direzione di Zelo. Al termine della funzione, la salma verrà cremata. Zaneboni aveva 48 anni, nato e cresciuto in paese viveva con i genitori, pur avendo un appartamento di proprietà a Pandino. In passato aveva lavorato all’ortomercato di Milano.

Sabato stava andando da un amico, quando un furgone guidato da un 33enne, che procedeva nella stessa direzione, lo ha urtato. Il 48enne è stato prima sbalzato sul cofano del Ducato e quindi è finito a terra. L’autista si è subito fermato per prestare soccorso, ma le condizioni di Zaneboni erano già disperate. L’arrivo del medico del 118 e i tentativi di tenerlo in vita si sono rivelati inutili. Il ponte è rimasto chiuso a lungo al transito per consentire i rilievi della polizia locale. Sul tragico incidente, come di prassi, è stata aperta un’inchiesta per ‘omicidio stradale’.

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