L'ANALISI
01 Marzo 2025 - 16:07
Alcuni dei ragazzi che frequentano la nuova sede del servizio diurno dell’Anffas e una fase del lavoro
CREMA - Aiutare le persone con disabilità a trovare un lavoro, insegnando loro a confezionare e produrre oggetti e prodotti alimentari. È questo l’obiettivo del servizio diurno alternativo dell’Anffas di Crema, che si è da poco trasferito in una nuova sede, più ampia e funzionale. I nuovi locali si trovano in vicolo Colbert, una traversa di via Carlo Urbino. Risistemato con importanti lavori di ristrutturazione, dopo l’ultima operazione della tinteggiatura il luogo ospita ora diverse attività e un vero e proprio spazio socio-occupazionale.
«Il servizio — spiega la coordinatrice Serena Pedrinazzi (nella foto a fianco) — è frequentato da una quarantina di persone con disabilità, di età differenti. Al lavoro ci sono dieci operatori su due moduli: i laboratori occupazionali e ‘Mio tempo’, attività quest’ultima dedicata a chi abbia bisogno, appunto, di tempi personalizzati. Nella stessa sede, nel pomeriggio, prosegue il progetto Zoom dedicato agli adolescenti. Infine, la nuova location ospita anche lo sportello tenuto dall’assistente sociale Laura Bonomi». Lo spazio è vivo e vissuto, oltre che ben organizzato. Già all’ingresso si comprende l’atmosfera di allegria che anima le diverse stanze della struttura.
«La nuova sede — prosegue sempre Pedrinazzi — è più ampia e funzionale della precedente e permette di lavorare meglio. Ringraziamo di cuore le persone che ci hanno aiutato a sostenere le spese per il trasloco e ad acquistare i nuovi mobili. Ora siamo al lavoro per cercare di attrezzare al meglio la cucina. I fondi necessari cercheremo di reperirli attraverso la partecipazione a bandi e la raccolta di aiuti». L’inaugurazione del centro diurno di Anffas dovrebbe avvenire entro fine mese.
Tra le attività del servizio, rientra il laboratorio creativo, frequentato dagli utenti del diurno e da alcune persone dei centri socio-educativi dell’associazione che vede ai vertici Paolo Marchesi e Daniela Martinenghi: quello di Santo Stefano e quello delle Villette. In tutto una trentina di persone con disabilità, impegnate a rotazione in attività manuali con l’aiuto degli educatori su progetti individualizzati. Realizzano manufatti come le bomboniere per ogni occasione e i gioielli personalizzati, ma anche prodotti come le confetture, i sali aromatici e le Christmas Box. Per poter fare questo, il locale è dotato, come detto, di una cucina. La referente in questo caso è Patrizia Casappa. «L’obiettivo — conclude Pedrinazzi — è creare un vero e proprio spazio socio-occupazionale adeguato a persone con diversi funzionamenti».
Da una bella notizia a una meno buona, a seguito della conversione in legge del decreto Milleproroghe, verrà prolungata la sperimentazione del progetto di vita individuale, personalizzato e indipendente. Di conseguenza l’effettiva entrata in vigore, su tutto il territorio nazionale, slitterà di almeno di un anno, passando dal 2026 al 2027. Le ragioni di questa scelta affondano sicuramente nella complessità di gestione della riforma, avviata nel dicembre del 2021. Anffas è attivamente impegnata nel progetto di vita indipendente. La notizia ha destato una comprensibile preoccupazione all’interno della rete associativa. Il timore è quello di vedere ulteriormente allontanarsi quel radicale cambio di orientamento delle politiche sociali per le persone con disabilità atteso e promesso: il passaggio da un modello basato sull’offerta di servizi e prestazioni, a quello che pone invece al centro i progetti di vita delle persone con disabilità. Anffas sottolinea che già oggi è possibile per tutte le persone con disabilità presentare la richiesta di progetto di vita presso il proprio Comune, il quale deve avviare tutto quanto necessario per la sua redazione.
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