L'ANALISI
16 Febbraio 2025 - 15:11
La vittima del furto Marina Morelli e un'immagine dell'operazione della polizia
CREMONA - Due giorni fa, su Facebook ha pubblicato la notizia del fermo della banda di sudamericani (sei) che tra gennaio e i primi di febbraio di quest’anno, ha svuotato di gioielli, borse e vestiti griffati, almeno dieci case tra la Lombardia e il Piemonte. Una anche a Casalbuttano. Il post non è casuale. «Ci sono affinità, anche se nel nostro caso hanno rubato solo gioielli», racconta Marina Morelli, anima dell’Hosteria 700, la sua quasi prima casa (vi passa 14-15 ore al giorno). La casa di famiglia su due piani in via San Sebastiano, è stata svaligiata una decina di giorni fa, mentre lei si era concessa una pausa dal lavoro, in vacanza con i familiari in montagna.
«Al rientro, ci siamo spaventati: un bel furtarello», lo ‘battezza’. Un maxi furto per migliaia di euro in gioielli, messo a segno alle tre di notte da due «professionisti»: all’esterno ‘il basista’, dentro, sul al primo piano, il complice entrato - e uscito - dalla stessa finestra che dà sulla strada. «È stata scassinata una anta armata al primo piano, e poi la finestra. Tra l’altro, sopra la porta d’ingresso c’è una tettoia».
Da lì è salito il bandito («Avranno fatto la ‘scaletta’»). Al primo piano, il ladro ha fatto man bassa di gioielli, tra cui orologi. Gioielli di valore anche affettivo. «Tra i gioielli - spiega Morelli - c'era il mio anello di fidanzamento e gli orecchini che mi erano stati regalati per il matrimonio, oggetti a me cari come gli altri, regalatimi per la nascita dei figli, ad esempio».
L’argento no, il ladro non lo ha toccato. Al piano di sotto non è andato. la porta d’ingresso non era forzata. Al piano superiore, il malvivente non ha faticato a scovare i preziosi, il ladro, perché «non ho la cassaforte, sono una che si fida, ma finché non ti toccano, non ci pensi». Nel video si vede il «basista che con la torcia illumina il cancello». Si vedono i due malviventi che «parlottano» sulla strada, via San Sebastiano «dove non ci sono controlli». E dove i ladri agiscono rapidi, «in pieno giorno».
Al di là del maxi furto subito in casa sua, Morelli amplia il discorso sull’«assenza di sicurezza» in via San Sebastiano. Si fa megafono di chi vi abita e lancia un appello. Nella via c’è ‘Il giardino delle coccole’, l’asilo nido San Sebastiano gestito da Cosper in collaborazione con la parrocchia. «Ci sono le mamme che vanno a prendere i bambini all’asilo, lasciando per un tempo brevissimo la borsa in auto. È capitato che, al ritorno, la borsa non ci fosse più. In pieno giorno». Fa un altro esempio. Il furto al suo elettricista. «Era da me, ci simo intrattenuti a parlare qualche minuto, quando è uscito, il suo furgone era stato ripulito. Lo ribadisco: in pieno giorno».
In piena notte, il furto in casa sua. Un ‘colpaccio’ che ha «affinità» con le razzie messe a segno dalla banda di sudamericani smascherata dalla squadra mobile di Como, che in un appartamento di Monza ha scovato gran parte della refurtiva. Probabilmente, si suddividevano ‘il lavoro’. Ogni volta agivano in tre. Arrivavano su auto a noleggio e dopo essersi accertati dell’assenza dei proprietari, passamontagna in volto, forzavano le finestre. Molti furti sono falliti grazie ai sistemi di allarme oppure ai cani da guardia o ai vicini di casa che hanno messo in fuga i ladri. In via San Sebastiano, nel silenzio della notte, i vicini non hanno sentito rumori.
Le indagini della Squadra mobile di Como proseguono con l’obiettivo di verificare se ai sudamericani possano essere attribuiti altri colpi. Molte analogie ci sarebbero con vari furti messi a segno, un anno fa, in provincia di Roma. E chissà che non siano gli stessi che hanno firmato il maxi colpo in via San Sebastiano.
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